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Aggiornato: 3 luglio 2025
Povero Dentato! il bravo sergente de' dragoni che facilitò l'evasione di Manlio. Dentato era messo alla tortura mattina e sera per strappargli di bocca la delazione dei complici!
Marta pensava che sul cavalletto di tortura si può almeno gridare. Al contrario ella doveva stare composta, con un certo qual sorriso di partecipazione alla gioia degli altri e rispondere, tratto tratto, alle parole che per cortesia le rivolgeva il suo cavaliere di destra, e mettere pure in bocca qualche cosa e fingere di bere.
Non sono più campane poichè sepolte, strappate dai loro campanili e vaganti nella campagna. Riscossa tragica della gioia generale. Esprimono col loro suono ogni brivido, ogni singhiozzo, ogni tormento, ogni angoscia tipica d'infiniti corpi umani contorti da spasimi diversi d'attesa, dolore, tortura disperazione speranza felicit
«Devo aver fiducia nel mio astro, tanto più che saprò sempre rendermelo benigno.... «Sì, quello scopo, pel quale misi a tortura il mio cervello, lo otterrò; pel quale dovetti persino....» Ed un tremito, involontario certamente, agitò le sue labbra corrette. Ma ella finiva sempre per vincersi....
La fantasia eccitabile di Vicenzino se lo figurava nei giorni di tortura che aveva passati errando solo per la campagna, implorando come Cristo: «Allontanate da me questo calice», quando per allontanarlo si era rassegnato a morire a ventun'anni, nel fiore della gioventù e della salute.
Forse saranno dei ladruncoli o dei rivoluzionari o degli innocenti usciti dalle braccia della famiglia, rimasta in casa a piangere la loro sciagura! E i veicoli della tortura scomparivano e lasciavano le donne più avvilite di prima.
Come Dio volle, la tortura morale a cui era stato sottoposto per quasi tre ore il nostro eroe, giunse al suo termine. Giselda ebbe tre chiamate al proscenio; molto contrastate, è vero, ma le ebbe, e tutti giornalisti teatrali potevano oramai registrarle per sei nel libro della gloria, tenuto da essi accanto a quello degli abbonamenti.
È la consuetudine del paese, è l'obbligo essenziale del re. Vostro padre.... Lo so, lo so, io interruppi, non proseguite.... ma quale orrore! esclamai fra me stesso e io non ci aveva pensato.... ma ciò è impossibile... il mio naso.... il mio naso greco! il più puro naso greco che io abbia mai veduto.... ah! io mi ribellerò a questa abitudine crudele, a questa tortura terribile.
Arrivato alla scala mi venne udito uno scoppio di risa. E un momento dopo il personaggio colla barba bianca e la spada al fianco stringevami, baciavami, e sfogava la sua contentezza con impeto meridionale. Era Mignogna. Nacque in Basilicata, visse quindici anni in galera coll'appendice della tortura, dieci in esilio ove io lo conobbi. Sbarcò a Marsala coi Mille e lo rividi in agosto a Messina.
Mi accompagnò quindi al luogo desolato, dove il conte o duca sedeva per render giustizia ai vassalli o ai prigionieri di guerra e poi nelle camere di tortura, nelle carceri chiuse da forti cancelli, ed in altri luoghi, dove veniva eseguita la giustizia, nel buon tempo antico delle torture e della pena capitale, quando ancora non si discuteva in Parlamento l'abolizione della pena di morte.
Parola Del Giorno
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