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Aggiornato: 14 luglio 2025
Ora il conte Ugo, rifacendosi al suo leggiadro vaneggiamento d’ogni notte, pensò alla donna de’ suoi pensieri, a Giovanna di Torrespina. Quel giorno, siccome si è detto, egli era andato a falconare, ed aveva cavalcato una ventina di miglia più lunge, fino al castello dei Torrespina.
La torre del Negromante s’era inabissata, e fra Gualdo, il malo consigliero di mastro Benedicite, si era sprofondato con essa. Come espiasse il suo fallo la dama di Torrespina. Povera donna! Bene avea detto Ugo, la notte che fu di sua morte, pensando ai dolori che le erano serbati. Povera donna! Tutto ciò che Helel avea presagito di lei, era pure avvenuto.
Nè vuolsi tacere che Torrespina durava da un pezzo in buona pace ed amicizia con tutta quella pleiade di marchesi e conti delle Langhe. Giovanna, la divina Giovanna, era figlia di uno di loro, che abbiamo gi
Sorgeva da una parete un gran camino di pietra rossa, sulla cui cappa ornata di sculture si ammirava lo stemma dei Torrespina, e nel cui focolare crepitava la stipa, rallegrando del suo calore le membra dei convenuti alle mensa.
Al tempo di cui narro, i Torrespina non erano degli ultimi signori che tenessero corte tra la Liguria e le Langhe; ma il loro lustro, lo splendor del casato, più ancora che alla feudale possanza, era da attribuirsi a quella Giovanna, figliuola del marchese di Cengio, celebrata per divina bellezza ed altissimo ingegno, moglie al conte Corrado, ed amata, siccome gi
In tal guisa e con tali propositi, Morello si partì da Torrespina, nè per cinque anni più vide quei luoghi. Dormì egli cinque anni in una notte, o gli passarono dinanzi agli occhi rapidi come un baleno? Questo ed altro potea fare Aporèma.
Ansaldo di Leuca non era interamente ospite dei Torrespina. Egli, secondogenito dei Leuca, viveva presso la corte paterna; ma da gran pezza amico e commensale di Ugo, aveva posto quasi continua dimora a Roccam
Durante questo discorso col Torrespina, Morello aveva sospinto più e più volte gli occhi da un lato, sogguardando madonna. Ma egli non s’era accorto di nessun mutamento che in lei fosse avvenuto al ricordo dei Roccam
Al nome della castellana di Torrespina, l’ospite sconosciuto fece un volto più umano, come chi intenda ad entrare nelle grazie di qualcheduno, o non voglia, per cortesia, far contro a giudizii che risguardano le persone.
Entrarono per tal modo nella gran sala, e si offerse ai loro sguardi madonna Giovanna, la contessa di Torrespina. Nel quale l’autore si prova a ritrarre la migliore tra tutte le donne. Ella era adagiata su d’un seggiolone alla foggia romana, tutto incrostato a minuzzoli di avorio e metallo, secondo l’arte genovese e veneziana di quei tempi.
Parola Del Giorno
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