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Aggiornato: 12 maggio 2025
Nelle restanti cappelle sono grandi altari di marmo, tombe di stile gotico, statue di pietra, di legno, d'argento, chiuse in ampie casse di cristallo, col petto e le mani coperte di diamanti e di rubini; e stupendi quadri, che, sgraziatamente, la scarsa luce che scende dalle alte finestre non rischiara tanto che si possano ammirare in tutta la loro bellezza.
Era una marcia verso la morte. Lasciamola raccontare a lui. «..... Poco dopo le tombe di Dogali vidi una cassa di mitraglia senza polvere e spolette, e quasi nel medesimo tempo i basci-buzuc, che erano in esplorazione, segnalavano la presenza del nemico.
Egli era una piccola anima in un grande ingegno. Quando, morta la repubblica, Buonarotti si trovò costretto a servire i Medici, si nascose per lungo tempo a tutti nella loro cappella e scolpì sulle loro tombe le più tragiche figure, che vanti ancora la storia dell'arte: così sfogò il proprio dolore, e interrogato lo spiegò in una quartina, che Dante invidierebbe e vale sola tutta l'opera letteraria del Macchiavelli.
Un viaggiatore illustre disse che dopo aver passato una giornata nel convento dell'Escurial, ci si deve sentir felici per tutta la vita, solo pensando che si potrebbe essere ancora fra quelle mura e che non ci s'è più. È quasi vero. Ancora adesso, dopo tanto tempo, nei giorni piovosi, quando sono tristo, penso all'Escurial, poi guardo le pareti della mia stanza, e mi rallegro; nelle notti insonni, vedo i cortili dell'Escurial; quando sto male e dormo un sonno torbido e penoso, sogno di girare per quei corridoi, solo, al buio, inseguito dal fantasma d'un vecchio frate, gridando e picchiando a tutte le porte, senza trovare l'uscita, finchè vo a dar del capo nel Panteon e la porta mi si chiude fragorosamente alle spalle e resto sepolto tra le tombe. Con che piacere rividi i mille lumi della Puerta del Sol, i caffè affollati, e la grande e rumorosa strada d'Alcal
Sarebbe ormai tempo di seppellire nei fiori tutti quei martiri, tutti quei santi, tutti quei crocifissi corrosi dal tempo. Qui la natura ne ha sparsi a larghe mani sulle tombe di quei poveri peccatori e di quei poveri monaci che si tormentavano, si martoriavano nei tempi della più cupa superstizione. Non è forse tempo che pure il cattolicismo circondi di fiori le tombe de' suoi morti?
Il IIIj di Aprile del MDCCCLXXXXIIIJ. Innalzan l'incensier' l'aroma a spire dei Troni intorno e dentro a' bei Giardini: col canto delli uccelli, i violini s'accordan pianamente colle lire van su per l'acque azzurre in gaio ardire le galee valorose e, dai gradini dei templi, accolgon gravi, in gravi inchini, i Jerofanti il bruno e nobil Sire: poi rinnovansi i Riti e a luna nuova i negromanti raccolgon verbene: fortune in mar ed inni di Sirene tra li scogli e misteri tra le stelle: stridon gufi e civette alle mortelle, mentre indaga alle tombe il Villanuova.
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