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Aggiornato: 25 giugno 2025
Lo conosco. Molta gente conosco io, e di diversa mena, come ha scritto Dante, pigliando il vocabolo da noi Genovesi. Amici, proseguì il Giuliani, voltandosi con piglio solenne ai Templarii, qui certamente occorre di far qualche cosa; l'Assereto non ci avr
Non lo vogliamo, questo duello! gridarono. Non lo vogliamo! Non lo vogliamo! Il padre Anacleto fece un gesto espressivo di malcontento. Signori, vi prego; disse egli; voi non avete a che fare in questo luogo; rammentate gli obblighi della cavalleria. Che cavalleria d'Egitto! Qui c'è frateria e non altro. I Templarii, che erano frati e cavalieri, son morti da un pezzo.
Buona pasta di giovani, quei Templarii! Si riscaldavano per una questione di politica, d'arte o di scienza, come tanti e tant'altri per far roba e quattrini; si ficcavano animosi in ogni ginepreto, col medesimo ardore che altri metterebbe a cavarsene. Non c'era forma, non delicatezza d'intelligenza, a cui fossero o volessero rimanersi stranieri; e tutto ciò senza sussiego, senza pedanteria, senza sforzo. In una citt
I Templarii, che furono nella odierna societ
Non erano belle cose certamente, ma bisogna condonarne qualcuna a una gioventù per tanti altri rispetti nobilmente operosa. Paragoniamo, verbigrazia, i Templarii con la societ
I due Templarii salirono, coll'aiuto di mezza scatoletta di fiammiferi, sino al quarto piano, e col
Nel caso nostro, come avrebbe potuto il Giuliani venire in chiaro di quella trama tenebrosa, senza un miccino di prepotenza? Far capo alle leggi? Ottimamente; ma come, se i custodi della giustizia giravano nel manico? Quello non era tempo da sillogismi; la forza occorreva. E i Templarii ne usarono parcamente, come si è potuto vedere. La rivoltina cadde a tempo dalle mani del briccone; per farlo parlare ci volevano quelle medesime argomentazioni ad hominem che gi
Non siamo Templarii per nulla! notò il Savioli. Le donne se ne stiano da banda. Dov'è la donna, non c'è più libert
Così andava il Giuliani ragionando tra sè. E non credano i lettori che lo facesse pensare a quel modo un pochino di quella gelosia che tutti sentiamo al veder gente nuova farsi troppo dimestica coi nostri amici più cari. Gli amici del Giuliani, i prediletti, erano il Contini, il capitan Dodero e gli altri colleghi Templarii. Egli poi, come tutti i gran lavoratori, sentiva bensì forti simpatie, ma non aveva alcuna di quelle strette amicizie che fanno andare due uomini l'uno all'altro indissolubilmente legati, come due galeotti (scusate il paragone) dalla stessa catena. Il tempo e l'agio a far ciò, gli erano sempre mancati; non gi
E ridendo a crepapelle, il più matto dei Templarii seguitò l'amico Giuliani, non senza aver stretto la mano agli altri colleghi e ricevuti i loro augurii per la magna impresa fantasticata dal giornalista. Rimasti in due, tirarono diritto pel vicolo della Casana, e di l
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