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Aggiornato: 26 giugno 2025
Giusto è ben dunque che Rinaldo atterri qualunque assale, e fori e squarci e affrappi; che non più si difende da sua spada, ch'erba da falce, o da tempesta biada.
Lasciato indietro il mare Delle cure in tempesta, ecco qui snodasi Dietro il clivo la pace e vien innanzi Sparso di suoni un bel pascolo verde. Il sentierol si perde Tra le roccie lassù, lambendo il margine Della chiesetta, albergo alto ed aperto Alle rondini pie. S'incurva al basso
Certi punti neri all’orizzonte, diventati presto nuvoloni, l’aria più fresca, un color di piombo sulle acque, gli avevano annunziato imminente un temporale. Non si era ingannato. Il temporale si avanzò minaccioso, oscurando il cielo e sollevando il mare a tempesta.
Ma a lui poco importava delle risa universali: se la cavò ridendo ancor egli da quella tempesta di motteggi, alla quale era gi
Ma Bruno rimase alla finestra per bere tutto il veleno che i fiori gli prodigavano e impallidire di desiderio e di passione. Ogni giorno e per tutti i giorni ch'egli rimase a villa Barbano, quella sorda tempesta andò in lui e in Nicla imperversando.
ma di nostro paese e de la vita ci ’nchiese; e ’l dolce duca incominciava «Mantüa . . . », e l’ombra, tutta in sé romita, surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l’un l’altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
121 Ruggier sul capo al Saracin tempesta: e se la spada sua si ritrovasse, che, come ho detto, al comminciar di questa pugna, di man gran fellonia gli trasse, mi credo ch'a difendere la testa di Rodomonte l'elmo non bastasse, l'elmo che fece il re far di Babelle quando muover pensò guerra alle stelle.
In mezzo ai tanti e diversi avvenimenti delle guerre che gli stranieri qui combattevano, gli Sforza erano alternamente apparsi e spariti come picciol legno sopra mare in tempesta. Francesco, figlio dello sventurato Lodovico ed unico rampollo della famiglia Sforzesca, per magnanimit
Non è egli da stupire che non uno di questi pretesi uomini di Stato abbia posto mente alla forza onde ogni corpo costituito è di per sè dotato? che non uno abbia detto fra sè: «Tristo è il governo presente; ma tal quale esso è, dobbiamo sorreggerlo a tutta possa in questo momento, per ciò solo che esiste e che noi stessi non esistiamo, qual nazione, altrimenti che per esso, cioè a patto di avere un governo stabilito. Stringiamocegli intorno; sorreggendolo, dirigiamolo; parliamo in suo nome; operiamo parimenti in suo nome. Non concediamo che infrangasi il vincolo che ci tiene insieme uniti, che il nemico ci colga appartati gli uni dagli altri, nè che si giovi della caduta del governo esistente per imporcene un altro a suo senno?» Siffatte considerazioni non vennero in mente ad alcuno di quei liberali; adoperarono essi senza posa a gittar via le armi, a spianare le mura, ad atterrare le porte; scagliarono in mare l'ultima loro áncora di salute, e quando poi la tempesta venne ad infuriare, quando gli eserciti austriaci ebbero inondato il territorio, quando uscì fuor la parola che della Lombardia faceva una provincia austriaca, quando gli avanzi delle antiche e preziose libert
Noi gli vedemmo rovesciati da' lor tribunali con tempesta di viziosi voti repubblicani forsennati iracondi, e vedemmo il vizio vittorioso gl'interi giorni e le intere notti scorrere la cittá pel suo dilatarsi, consolidarsi, torreggiare e signoreggiare.
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