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Aggiornato: 26 giugno 2025
Erano le 7 pom. quando la brigata cominciò a muoversi dal bosco sacro con Talarico alla testa; essa traversò il Teverone, e ne seguì silenziosamente la sponda destra, sino ad oltrepassare la famosa cascata, poi torcendo a destra verso il fiume che in quel punto sembrava d'argento, per la calma dell'aria, per il poco declivio, la testa della colonna inoltrossi sopra un ponte di legno, e sfilando al di l
Ma successe a lui, come al Cimbro di Mario. Nella stessa notte si vide giungere al nuoto a bordo della flotta, pieno di spavento, e confessando di non sentirsi capace a ferire quel capo di masnadieri, perchè ciurmato. Eppure Talarico è il più famigerato brigante dell'Italia meridionale, ed a lui si promisero ricompense spropositate.
Talarico, avvisato dall'amante sua abitatrice di quella casa, del suo pericolo, per prima disposizione si accese il sigaro, poi passando ad una finestra opposta alla porta di casa, sparò sei colpi di revolver, ed immediatamente fasciando colla veste il braccio sinistro, e mettendo la daga alla destra, volse indietro, slanciossi fuori della porta caricando col ferro chiunque si presentava, si aprì strada, e uscì a salvamento senza una sola ferita.
Al primo individuo che capitò nelle mani di Talarico, questi con poche cerimonie mise la mano al colletto impose silenzio e sommessamente chiese ove trovavasi la truppa. «Ahi!» fu il primo grido dell'innocente paesano quando sentì le graffe del tigre nel collo poi: «Signor Piemontese!.....» quando s'avvide esservi molta forza, e secondo pare, sapevasi esser non lontano l'esercito settentrionale «Signor Piemontese!, io sono amico vostro». Ed il poveretto era giustamente uno di quelli che intendevano per Piemontesi i liberatori, e non s'ingannava, toltone che i bravi figli del Piemonte, essi stessi credenti nella liberazione dei fratelli, non sapevano esser guidati dalla magagna Sabauda-Napoleonica.
«Ahi!» fu l'unica esclamazione del colpito, e tutti gli astanti videro piegar sulle ginocchia l'ufficiale del Papa, e stramazzare. Chicchessia avrebbe creduto la lama del pugnale di Talarico penetrata sino all'elsa nel corpo di Pantantrac, ma non fu così.
Nelle carceri di S. Elmo esistevano varii dei caporioni dell'ordine e fra loro il più formidabile era un calabrese nominato Tifone, che avea fatto parte della banda brigantesca di Talarico, nella quale avea servito come cappellano, circostanza non straordinaria, essendo i preti gli eccitatori ed i compagni dei camorristi e dei briganti.
« Favole, eminenza, favole! o quegli emissari non sono arrivati, o se arrivati, sono stati infetti dal morbo generale d'insurrezione e si sono gettati nelle fila dei Mille, ormai tenuti come esseri superiori davanti a cui tutto deve piegare. «Un solo, Talarico, calabrese, mandato da Napoli con nave da guerra, fu messo a terra di notte, e prometteva di compier l'opera a qualunque costo.
Un periodo di silenzio seguì l'interrogazione od allusione di Talarico, ed il brigante, che non era poi uno stupido, capì che si doveva toccar altra corda per udir la desiata favella e far cessare il silenzio della bella sua preda. Ed ecco come vi riescì: «I Mille» egli disse «entrarono in Reggio la notte scorsa e pare che niente possa resistere a questi rossi demonii.»
Talarico amava Lina come il leone la sua femmina, colla differenza, che conscio dell'affetto di lei per Nullo, piegava il capo alla fatalit
Egli le avea pronunziate con tale accento di disperazione, che la bella figlia di Bergamo ne fu commossa, e quasi senza avvedersene abbandonò la mano a Talarico che la bagnò di baci e d'un torrente di lagrime di gratitudine.
Parola Del Giorno
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