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Aggiornato: 23 maggio 2025
Ma Pantantrac continuando ad insultare e sfidare tutto il mondo, e Talarico persistendo a volerlo combattere singolarmente, Nullo finì per accondiscendere al loro desiderio, e di lasciarli battere.
«Ahi!» fu l'unica esclamazione del colpito, e tutti gli astanti videro piegar sulle ginocchia l'ufficiale del Papa, e stramazzare. Chicchessia avrebbe creduto la lama del pugnale di Talarico penetrata sino all'elsa nel corpo di Pantantrac, ma non fu così.
«Accidenti!» esclamò Orazio «potevate ben lasciarlo affogare quel mostro di pesce-cane Ora però, egli deve marciare con noi, perchè naturalmente svelerebbe la direzione nostra». E Merode, era egli stesso, fu consegnato a due militi per presentarlo a Muzio, che lo accoppiò a M. le marquis de Pantantrac, anche questo condotto fuori come ostaggio, in caso che i preti avessero voluto, secondo il loro costume, sacrificar qualche innocente alla lor rabbia, per il felice avvenimento.
Quando in seguito all'insistenza di M. de Pantantrac, le monache aprirono la porticina attenente al portone, per introdurre la protetta del marchese, Muzio, coll'agilit
La portinaia del convento era stata forse più sollecita del solito, per trovarsi così prontamente alla chiamata di M. di Pantantrac, e la causa n'era uno stretto colloquio tra essa e un sergente de' birri, di guardia negli orti francescani, al momento di detta chiamata.
Un pezzo di terreno piano fu scelto per arena; Muzio rimise la sciabola a Pantantrac, a cui l'aveva tolta nel perittero del convento; questi la salutò e la baciò come una vecchia amica molto più preziosa, se, come le spade degli antichi cavalieri, essa avesse servito alla redenzione degli oppressi.
Il comandante di guardia, legittimista francese, certo marchese di Pantantrac, colla galanteria che distingue codesti antichi privilegiati, e vedendosi davanti al chiarore della lampada certo volto di donna, da far impazzire qualunque uomo, il comandante, dico, dimenticò la consegna ricevuta, di non permettere l'introduzione di chicchessia, e con mille smorfie, si compromise di annunziare nel convento l'arrivo della bella incognita.
Poco durò la valorosa contessa in tale fatica, giacchè Muzio, consegnato il Pantantrac ai suoi, inoltrossi nel peristilio, e tenendo la portinaia colla sinistra, mantenne colla destra la porta interna aperta, e la comunicazione col convento libera.
Assorbito non so da qual distrazione od affare, egli non trovavasi, come d'abitudine, vicino a Lina, al momento della caduta, e vi giunse dopo che la sua dea era in piedi, ma non ancor libera dalla stretta dell'ufficiale papalino. «Ahi!» fu il grido doloroso di Pantantrac, quando il brigante gli piantò le unghie nella nuca «Ahi!»... e non più micidiale sarebbe stata la graffa del tigre.
I due stranieri giungevano precisamente al momento in cui Lina aveva comprato tanto terreno quanto era lunga, e circostanza miracolosamente favorevole fu questa per loro, di cui vollero naturalmente approfittare, slanciandosi al rilievo di quel caro corpicino. Il fortunato dei due fu Pantantrac, che giunse primo ad afferrare, con ambe le mani, il cinto snello della vezzosa.
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