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Di tai gemme qua giù non si favella: ed a chi vuol notizia averne, è d'uopo che vada quivi; che non credo altrove, se non forse su in ciel, se ne ritruove.

Perciò ricominciò: «Se l’om ti faccia liberamente ciò che ’l tuo dir priega, spirito incarcerato, ancor ti piaccia di dirne come l’anima si lega in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, s’alcuna mai di tai membra si spiega». Allor soffiò il tronco forte, e poi si convertì quel vento in cotal voce: «Brievemente sar

Nell'obblïar tua propria luce errai, Ma negl'idoli miei sempre io bramava L'ineffabile incanto de' tuoi rai. Se creature troppo io venerava, Erano creature in te invaghite; Era qualch'angiol che ver te volava. Tai luminose tracce ivan seguite Sol dagli sguardi miei maravigliati, E nel mondo io tenea l'orme irretite;

O Bretinoro, ché non fuggi via, poi che gita se n’è la tua famiglia e molta gente per non esser ria? Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, che di figliar tai conti più s’impiglia. Ben faranno i Pagan, da che ’l demonio lor sen gir

Voce per ogni parte era d'Achivi: «Noi chiama Giove a illuminar la terra! Al nostro Omer, ch'è luce Prima alle menti, succedean tai vati, Onde a fiotti eman

14 Ed oltre a questi ed altri ch'oggi avete, che v'hanno dato gloria e ve la danno, voi per voi stesse dar ve la potete; poi che molte, lasciando l'ago e 'l panno, son con le Muse a spegnersi la sete al fonte d'Aganippe andate, e vanno; e ne ritornan tai, che l'opra vostra è più bisogno a noi, ch'a voi la nostra.

Com più color sommesse e sopraposte Non fer ma' drappo Tarteri Turchi furn tai tele per Aragnia imposte

Indi al cantar tornavano; indi donne gridavano e mariti che fuor casti come virtute e matrimonio imponne. E questo modo credo che lor basti per tutto il tempo che ’l foco li abbruscia: con tal cura conviene e con tai pasti che la piaga da sezzo si ricuscia. Purgatorio · Canto XXVI

In tai fatiche ed in quell'aure infette Langue della gentil la debol salma, Ma sinch'altri giovar Dio le permette, Ella non osa a conceder calma: Il benevol desìo forza le mette, E sua fiducia dal Signore ha palma: Dolora, ma prosegue, e con sant'arte Altrui suoi patimenti asconde in parte.

Adorator de' secoli vetusti No, non son io: so che barbarie assai Contro a' fiacchi porgeva arme agl'ingiusti, E alle vendette succedean più guai: Ma sfavillar pur si vedean tai giusti, Che d'obblio non saran preda giammai: Del secol lor vinceano il genio tristo, L'alme träendo a caritate e a Cristo.