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Aggiornato: 25 luglio 2025
La signora non era bella e nemmeno più giovane, con una di quelle arie superbe che sembrano voler significare, magari inutilmente, il disprezzo verso la povera gente. La mamma si era voltata ad esaminarla per di dietro. E dire che fui io a farla entrare come cameriera in casa dell'Adelaide Tessero: senza di me forse non avrebbe fatto fortuna. Ci vuole testa, Tina, specialmente in principio.
Spuntava il dì sereno; non aleggiava vento Sulla spiaggia che il flutto batteva molle e lento, Da breve ora soltanto s'era levato il sole. La pura aura marina, che spira fresca ed ole Con un profumo amaro, facea ondeggiar la tela D'una tenda costrutta con una vecchia vela. Non una voce. Solo come un punto in distanza Qualche barca da pesca che lentamente avanza. Ma a un tratto dalla tenda una fanciulla bionda, Bella come la Venere che sorge in mezzo all'onda, Uscì qual visïone luminosa, inattesa. Sulle spalle superbe la chioma avea distesa, Ed il vestito bianco svelava la bellezza Delle sue forme pari alle antiche in purezza. I piedi sulla rena lasciavan delicata Orma di piante e dita che parevan di fata. Con gli occhi color d'aria dalle arcuate ciglia Guarda la giovin scena a cui ella somiglia Con una espressione di gioia giovanile. O la freschezza lieta d'un bel giorno d'aprile! Per toccar le conchiglie s'abbassava talora, Ed una ne ammirava tutta rosea, e sonora. Si soffermò un istante, gettò uno sguardo intorno All'orizzonte chiaro dove brillava il giorno, Formando una visiera della sua aperta palma, E poi ridente, piena d'una letizia calma Corse nel mar, siccome da alcun desir fatale Attratta, e avviluppata da un fascino ideale. Poi le mancò il terreno ed allungò le braccia, Le aprì, le riallungò, seguendo una sua traccia, E cominciò a nuotare con leggiadra baldanza. Gi
Così muoiano i traditori e le superbe. Miratala poi nuovamente, Ah! disse con sorriso beffardo, non fa bisogno di sepoltura; ma no... alle volte le combinazioni... Farò io da beccamorti. Non voglio che si scuoprano ossa quaggiù; le combinazioni son tante!
La sera del 30 aprile 1848, fu una vera festa in Roma per l'incorrotta popolazione. Era un andirivieni strepitoso di gente per quelle superbe strade, ove da secoli non risuonava più l'inno della vittoria.
Parola Del Giorno
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