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Aggiornato: 12 giugno 2025


Appena ebbero fatti due passi, l'uomo immascherato, sempre coperto nel volto, col cappuccio del bornous sulle spalle, lasciava vedere sul capo irti i capelli, bagnati di sudore. Nel bornous erano due grossi strappi. Sempre colla visiera calata, esso lanciava dagli occhi lampi più terribili di quelli della tempesta.

Sorrise figurandosi quella signora, usa a la ricchezza, a lo sfarzo, nella casetta modesta, darsi attorno per le faccenduole domestiche. Fissò gli occhi verso l'orizzonte, dove ormai le nuvole diafane e a strappi scoprivano qualche lembo di azzurro, e disse scuotendo il capo: «La signora Rabbi qui a far vita ritirata, a far vita da borghesuccia economa!... Era cessata la piova.

Hai la testa scoperta e i capegli scarmigliati, il guarnellino procacemente discinto, la veste a strappi: sei tutta polverosa e spensierata.... Anche tu somigli a quella sdegnosissima patrizia che appoggiava le spalle alla colonna del terrazzo marmoreo. Chi sei? Che cosa vendi? Marchesa, le restituisco l'albo e il pince-nez.

Ella passa, e va via; ma tu, o Popolo, non pure lasci passar via la occasione, ma strappi la fiaccola di mano all'uomo mandato da Dio per illuminarti, e tu stesso gliene accendi il rogo dove l'odio, che non perdona, lo condanna a morire.

Quel che nel verso mio languido pianto Suona o singhiozza nella notte oscura Esce limpido canto Presso il mattin dalla tua bocca pura. Quel che alle carte io chiedo dei poeti E faticosamente intesso al verso, Al ciel, ai campi lieti, Al mar tu strappi armonioso e terso. Tu colle mani verginelle infiori, O della vita interprete sincera, I giovinetti amori: Io sol conforto la vecchiezza a sera.

O figlio, io ti creai colla mia carne giovine, io ti nutrìi colle mie rosse vene, e la forza che per te mi mosse unica or regge le mie membra scarne. Arde in te la sostanza di mia vita, e tu con fibra e fibra ancor t’aggrappi a me, come nell’ora in cui gli strappi del tuo corpo al mio corpo eran ferita.

Pallura giaceva supino sulle tavole, con una larga ferita in mezzo alla fronte, con un orecchio lacerato, con delli strappi per le braccia, nei fianchi, in una coscia. Un rivo tiepido gli colava per il cavo delli occhi giù giù sino al mento ed al collo, gli chiazzava la camicia, gli formava dei grumi nerastri e lucenti su ’l petto, sulla cintola di cuoio, fin sulle brache.

Parola Del Giorno

dell’esule

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