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Aggiornato: 15 giugno 2025
Oh colla burrasca di ieri e di stanotte! Magari è nevicato sulla montagna. Avr
Ma senza scandali, senza codice, senza tribunali; se non puoi viver meco, vivrai sola, pensaci stanotte...» E via... al Caffè od al Circolo. Tutto dunque sta per finire; domattina quando egli verr
Non sempre si è padroni dei proprii nervi: io stanotte ho dormito poco e male. E dentro il cuore, una voce le gridava: «Bruno! Dov'è Bruno? Che è avvenuto di lui?». Anch'io non ho dormito, riprese con un sospiro la signora. Fosse il temporale, fossero i pensieri per quella tua scappata col conte Massenti, non ho potuto chiudere un occhio.
A noi non la vittoria, ma dei fiacchi lo scherno: Non i felici oròscopi, ma il pallido dover: Non fratricidi allori, ma l'abbandon fraterno: Non di tiranni il soldo, ma il raggio d'un pensier. L'alme donammo al fato, non bugiarde parole, Dall'ombra degli avelli guardando all'avvenir!... L'Ombra, inchinando l'asta, grida: Stanotte vuole Coi morti di Mentana Leonida dormir!
Il giorno di Natale! esclamò l'altro, scuotendosi. Un sorriso di scherno errò sulle pallide labbra del primo. Il Natale t'impone? domandò. Certi ricordi..... Di antiche debolezze, delle quali dobbiamo vergognarci, Io una e tu una. Dove vuoi? Nella chiesa, durante la Messa, o tra la folla che passeggia? Tra la folla. E tu? Io in chiesa. Resta stanotte presso di me.
L'ordine che ho qui prova a V. M. che io stava per farli arrestare tutti stanotte stessa. Il marchese di Sora presentò un foglio al re, ove l'ordine di arresto del marchese di Tregle, del colonnello Colini, del barone di Sanza era dato alla data stessa di quel dì. Ciò era convenuto tra il colonnello e lui, essendosi preveduto un tradimento, e quanto prezioso fosse non compromettere il ministro.
Signor duca, disse Roberto, rompendo ogni esitanza, c'è una persona che può esser testimone autorevole, raccontare ciò che qui avvenne, e perchè io sono entrato nel parco stanotte, e perchè mi ci trovo adesso.... E chi è questa persona? Vostra figlia! Enrica esclamò il duca. Tu hai veduto tutto, e puoi parlare?... Non avrei voluto parlare: non so perchè s'invochi la mia testimonianza....
Tu mi ami; è vero? ella disse, non cessando di guardarmi come per non perdere nessun segno della mia commozione. Tu mi perdoni tutto. Ella proruppe, esaltandosi di nuovo: Bisogna che tu mi ami, bisogna che tu mi ami molto, ora, perché domani non ci sarò più, perché stanotte morirò, forse stasera morirò; e tu ti pentiresti di non avermi amata, di non avermi perdonata, oh certo ti pentiresti....
Polo rabbrividì, ma superatosi aggiunse: Sì, Luchino. Meglio ancora. Stanotte... Attendimi. Verrò ai cancelli col biroccio. Darò tre colpi. Non mancare. Addio.
Quel signore dunque inorridito a tanta stomachevole vista entra precipitoso nella camera di Laidulfo ed ode il suo compagno che dicevagli: Dunque stai fermo? Sì, monsignore, risponde Laidulfo; basta che mi paghiate. Innanzi? Questo è il mio sistema, monsignore: ciascuno regola casa sua come gli torna. La bisogna deve mandarsi ad effetto stanotte. Anche adesso per parte mia.
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