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Aggiornato: 29 maggio 2025


Ho per complice la luna menzognera, la più imbellettata delle cortigiane siderali, che in nessun luogo mai è tanto carezzevole, lusinghiera e persuasiva. In nessun luogo mai la luna è così attenta a sedurre i rossi e duri fanali dei piroscafi, passanti burberi che se ne vanno con un grosso sigaro tra i denti cacciando fumo contro l'azzurro.

Lo sai, che queste stelle, grappoli succulenti di luminose uve gonfie di rosso sugo, uve che maturarono al basso del ceppo inzaccherate dei vapori cocenti che all'orizzonte stagnano... lo sai, mio cuore, che questi grappoli siderali sono assai più saporosi d'ogni altro grappolo d'astri? Ecco di che placare l'immemorabil tua sete!...

Indi rapido ammassa e mille volte arròtola brandelli di vele, frammenti di navi, carcasse di velieri, in pallottole mostruose!... Fa che risalgano a galla dal fondo dei tuoi abissi e poi, facendo scattar come molle i tuoi muscoli onnipotenti, scaglia al cielo quelle masse incandescenti come bolidi, nei vortici delle forze siderali!... E quando alfine sar

Ed ora fra le tue onde versicolori io vedo, in un gioco abbagliante di fuochi e di specchi, tutto il passato mio che lentamente affonda!... Il mio vasto cuore affamato che un tempo abbaiava alla luna come un cane, vomitando macigni di voce arrogante nelle tenebre fonde... il mio vasto cuore affamato di polpe siderali, galleggia in balìa dell'onda come una gonfia carogna, a zampe all'aria, scortata da sciami rombanti di grosse mosche verdi... Io vedo intanto, nella tua elastica trasparenza, farsi pallide e rosee, delicatissimamente, guance molli d'amore di lontane amanti obliate.

Poichè ormai l'infinito t'appartiene tutto, o Mare pirata, come una preda di guerra, a me vieni dunque, e a saziare la mia fame di polpe siderali su la còncava spiaggia del mio cuore tu versa la porpora trionfale dei tramonti, le costellazioni ambiziose che le loro gemme sparpagliano in stelle filanti di cui s'adorna come di fulgidi nastri lo zenit, e le nubi dai pigri strascichi d'oro, e la nostalgia inconsolata degl'astri pellegrini, e il loro sangue che splende sui calvarî del cielo, e i loro pianti divini, e i loro rosarî di tinnuli raggi!... Tu versa alfine, o Mare saccheggiatore, tutta la grande disperazione del mio bellissimo Cielo dannato, naufragato per sempre nelle fonde tue acque! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ah! Ah! troppo, troppo ho cantato! Or sono affranto! Ho sete... Da bere! Da bere!... Avvicinatevi dunque, bettole galleggianti dalle piccole tende color di vinaccia! Avvicinatevi dunque, canotti panciuti, che andate qua e l

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