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Federigo II imperatore aveal preso in dote; passato era poi col dritto al reame di Sicilia ne' figli di Manfredi; e altri pretendeanvi, e tra essi una Maria d'Antiochia, principessa tapina e raminga; dalla quale Carlo il comprò per vitalizio di quattromila lire tornesi sul contado d'Angiò, parendogli scala a nuove grandezze, e nuovo pretesto all'impresa di Grecia, perchè teneasi che quell'impero, nido d'eresiarchi e sleali, tagliasse la via ai luoghi santi, e che indi il re di Gerusalemme onestamente potesse assaltarlo . Per tal modo ripigliava con maggior vigore tutte le antiche ambizioni; e circuiva a ciò ogni conclave con violenza ed inganno, quando l'anno settantasette, abbassata tra' cardinali la parte francese, valse più della malizia di lui l'italian consiglio, che condusse al pontificato Niccolò III .

Potete rallegrarvi, cattolici, massime quelli che i preti hanno venduto allo straniero, settantasette volte; ed oggi, non avendo compratori tra i potenti cattolici, si raccomandano a Lutero, e mancando Lutero, a Maometto, per tener loro bordone alle insaziabili libidini di potere e di lussurie.

Ma vi ha di più: io sono lieto di potervi oggi recare una nuova prova meravigliosa della precoce potenza, con la quale Alessandro Manzoni sentì stesso. Uno de' più geniali amici della sua vecchiaia, il professor Giovanni Rizzi, poeta gentile e sapiente educatore, conservava inedito presso di un mirabile Sonetto, composto dal Manzoni nell'anno 1801, il che vuol dire sul fine del suo quindicesimo o sul principio del sedicesimo anno della sua vita. Egli mi permise, per tratto di grande amorevolezza, in questa occasione a me tanto solenne, di levarlo dall'oblio immeritato, in cui rimaneva da settantasette anni. È, come vedrete, un ritratto fisico e morale che lo stupendo giovinetto faceva di stesso; vi è qualche cosa d'ingenuo nell'espressione, ma nel tempo stesso vi si ammira, insieme con una grande e preziosa sincerit

Poi tutti a passo lento incamminaronsi fuori del carcere. Don Giacomo si fermò sopra la soglia della stanza, che abbandonava, testimonio delle sue inenarrabili angosce, e profferì queste parole: Settantasette volte maladetto l'uomo, che condanna l'uomo a disperarsi l'anima dentro cotesto avello; quegli che con una spinta lo precipita nel sepolcro, sia maladetto sette volte soltanto.

Si arriva al porto la cui grandezza stona, in questi tempi di crisi, con la pace che vi regna, ora che le settantasette gru idrauliche sugli enormi scali sono in troppa parte inoperose. Chi ha fondato, costruito, eretto, armato, montato tutto questo? Operai italiani.

Non è lo Statuto la legge fondamentale dello Stato? Il suo primo articolo non vi fa tutti Cattolici Apostolici Romani cioè dipendenti da coloro che in Roma vi barattarono collo straniero settantasette volte? Non avete la legge sulla leva, non preti, leggi senza numero che vi mantengono quali vi vogliono i vostri padroni, cioè poveri e sottomessi? La legge dunque, gridate tutti! la legge!

Questi, s'intende, sono i professori birboni, che si stimano poi, ed ai quali si manderanno volentieri i propri figli, se ne saranno capitati, e se i professori avranno avuta la pazienza di aspettarli; ma che pel momento si mandano a tutti i settecentomila settecento e settantasette diavoli, nel paternostro della bertuccia.