United States or Canada ? Vote for the TOP Country of the Week !


E noi chi siamo, per il cielo! Siete una mano di straccioni, e ve la darò io la lezione, io ve la darò, se non.... Questa sera.... domani.... quando e dove a voi piace; ma non qui: non facciamo scene; ch'io non perda la pazienza. Che domani? che pazienza?

Viva la repubblica! Il sentimento repubblicano poteva solo ispirare tanto valore agli Italiani. Sono parole contenute nella relazione scritta a nove ore di sera del combattimento del 3 giugno da Luciano Manara.

Contento della mia piccola fortuna, non amo guastarla andando la sera a cercare la nostra antica colonia villeggiante, o quel tanto che n'è rimasto in Corsenna, e che la marchesa Valtorta non ne ha tirato al suo zecchinetto. Temo che le signore Wilson, o le Berti, credano necessario di parlarmi di Filippo Ferri; cosa che sarebbe pure naturalissima, nel giorno istesso ch'egli è partito. Voglio bene a Filippo, ma non amo sentirmelo ricordare davanti a Galatea. Domattina, domattina la vedrò, quella cara puntigliosa, se si risolver

FILENO. Se non fosse per non far qui romor, ti caverei quell'arme tutte e ti concerei in modo che ti ricorderesti, manigoldo, sempre di questa sera. TIMARO. Orsú! Sta' fermo; lasciami star. Lo saperá il padron, veh! Eccolo. FILENO. Corri ! Tien quella scala. Buon pro ti faccia. CRISAULO. Pian! Senza romore. Timaro, va', corri ora e trova Artemona.

Il duca, ufficiale nell'esercito austriaco, aveva testè preso parte a una delle guerre d'Oriente, ed era tornato la sera innanzi, dopo oltre un anno di assenza, con l'uniforme di generale. Quel giorno i suoi amici, i suoi contadini, lo festeggiavano. Il parco di Montrone era tutto imbandierato, vi erano stati eretti archi di fiori.

Una sera, per venire agli esempi, una sera egli era al teatro Regio, seduto nel suo scanno presso l'orchestra. Il nostro Ariberti non poteva gi

Si sperava di aver passato la Capraja prima dello spuntar del giorno; però il vento cessò e al giorno si era ancora in vista dell'isola; solo alle 4 della sera circa si arrivò all'altezza di Livorno e subito si scorsero due fregate e poi una nave da guerra francese, la Zephir, che veniva incontro. Gli equipaggi volevano abbordarla, Napoleone però impose loro di nascondersi sotto coperta.

Ascoltavano col più grande raccoglimento, estatici, beati, assolutamente felici, scossi come da un brivido. La voce celeste continuava i suoi gorgheggi, le note venivano a loro, per l'aria, nel silenzio, nella calma di quella bella sera, squisitamente melodiose: trasfondevano in essi la commozione che le ispirava.

Sono venuto in Germania per lei. Topler mi guardava petrificato. L'altra sera continuai a Norimberga, ho udito il loro dialogo davanti al caffè Sonne e ho saputo a che ora dovevo trovarmi alla stazione per viaggiar con Loro. Lei non sapeva esclamò Topler che miss Yves è fidanzata? signore, lo sapevo. Lo sapevo da lei stessa, Ah! Miss Yves La conosce? signore. Oh!

Tutti mentiscono un poco, nell'amore ella soggiunse, a occhi bassi, appena appena rimproverandogli, così, la sua menzogna della sera scorsa. Egli non comprese. Poichè non ti amava, da tanto tempo, non eri tu libero? No egli disse, tetramente, Ero legato. Come? Legato da un giuramento. A Lei? A me stesso. Non ti capisco ella disse, ancora, guardandosi le perfette mani. Io l'amavo... Ebbene?