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Aggiornato: 28 giugno 2025
Piuttosto è da meravigliarsi che l'onesto Sequi nello strano incontro, nella fisionomia speciale, nei capelli lunghi ed inanellati, nella barba bionda, e più che tutto nel fascino singolare che sapevano destare l'accento e lo sguardo di lui, non sospettasse il profugo illustre nel modesto ospite del mugnaio. Forse ne dubitò in modo confuso, e da ciò fu mosso alla passionata domanda.
Partiva il Sequi dal Molino alle ore 9 e mezzo, e si dirigeva a Vaiano sopraffatto dall'inopinato incontro, dalla difficolt
Essendo così tutto prestabilito, il Sequi, trattenutosi ancora qualche tempo, sull'imbrunire prese seco l'amico suo Giuseppe Barbagli, e armati ambedue di fucili e pistole si avviarono al Molino di Cerbaia. Era sorpreso non poco il Barbagli della richiesta fattagli in quel modo, e in quell'ora, e seguendo la via domandava che cosa significasse una tale gita misteriosa.
A voi lo consegno, come pegno della mia gratitudine ed amicizia.» E il Sequi rispondeva commosso: esser troppo il dono per il poco fatto da lui; conserverebbe religiosamente il prezioso ricordo, per restituirlo al Generale quando la patria fosse redenta dalla schiavitù. E il capitano Leggero volle lasciargli per sua memoria un pugnale americano da lui messo in opera nella difesa di Roma.
Nè è da trascurarsi un episodio relativo all'anello nuziale della povera Anita. Prima di separarsi dal Sequi volle il Generale mostrargli quale e quanta si fosse la sua gratitudine per lui, e toltosi dal dito un anello d'oro glielo consegnava dicendogli: «Questo è l'oggetto che io abbia più sacro al mando, poichè è l'anello nuziale della mia perduta Anita.
Troppo doleva ai due amici il tornarsene senza aver veduto il Generale, onde il Sequi, toltosi dal dito l'anello di Anita, pregò l'ufficiale col quale aveva parlato di portarlo a Garibaldi insieme ad una sua carta da visita.
Strada facendo giunsero alla casa di un loro conoscente, Michelangelo Barni, e richiestolo del suo baroccino si diressero al Molino di Pispola. A misura che il Sequi si avvicinava al Molino si ingigantivano nella sua mente i pericoli cui erano stati esposti per tutta la giornata i due profughi tanto accanitamente ricercati dalla sbirraglia della reazione, e non fu senza un'ansia tremenda che si presentò sul limitare della casa. Entrò e vide il coraggioso capitano e il suo compagno seduti a mensa in mezzo alla famiglia del mugnaio, colla tranquillit
Dopo 10 anni l'Italia era restituita a nazione. Garibaldi colla leggendaria spedizione de' Mille aveva unita mezza Italia alla patria comune, e due anni dopo giaceva ferito al piede dalla palla d'Aspromonte. Era in Pisa dopo la prigionia del Varignano, e il dottor Franceschini ed il Sequi si recarono a visitarlo; sennonchè i medici avevano inibita qualunque visita all'infermo.
Non era cosa nuova che ivi facesse sosta qualche vettura a riposare i cavalli, e ancora qualcuno vi se ne ferma oggi, quantunque non siavi locanda. E fu buona l'idea, perocchè oltre a non mettersi in evidenza della sbirraglia reazionaria, sfuggivano i profughi la vista dei soliti Austriaci che erano di passaggio da Poggibonsi. Un bambino, figlio della Giuseppa Bonfanti vide fermarsi il legno davanti alla sua abitazione, e scenderne i due, uno dei quali, biondo e più attempato, gli domandò con modo cortese se era permesso il riposarsi un poco nella casa. Riferì il bambino la domanda alla madre, e questa che era oltre ogni dire ospitale, scese ad incontrare i due viaggiatori, garbatamente li accolse, e li fece salire nella cucina, mentre il vetturino, ricoverato il cavallo nella stalla della Bonfanti, veniva mandato al paese onde consegnare al dottore Burresi la lettera del Sequi, con preghiera di provvedere un mezzo di trasporto per la prosecuzione del viaggio fino al Bagno al Morbo. Chiese di poi il Generale se si poteva avere una qualche cosa da ristorarsi, e la buona donna assentiva premurosa, e voleva andare a far provvista in paese, ma non volle esso dicendo che se nella casa vi fossero uova, sarebbero state cibo bastante per loro. E questa disposizione del Generale nasceva non tanto dal desiderio di non propalare la loro presenza, quanto dalla sobriet
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