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Aggiornato: 3 giugno 2025


In quel giorno medesimo, Odoardo Selmi spediva all'ingegnere Arconti il dispaccio che i lettori conoscono. Non lo aveva chiamato nel momento del maggiore pericolo, ma adesso sentiva di non poter far a meno del suo aiuto e del suo consiglio. La presenza dello squadrone di cavalleria a Valduria sino a cose finite era una guarentigia contro il ripetersi dei disordini; non bastava però a far cessare lo sciopero. Gli operai non potevano esser ricondotti per forza nella miniera. Bisognava rappacificare gli animi, e inoltre c'erano parecchie quistioni da risolvere. Chi si doveva riammettere, chi escludere; come si dovevano colmare i vuoti? Certo l'Arconti era molto più adatto del Selmi a sciogliere tutte queste difficolt

I lavori compiuti a Valduria interruppe M.^r Black sono la miglior confutazione delle vostre parole. Oh! A Valduria, io non ero solo.... v'era l'ingegnere Selmi, c'era Cipriano Regoli....

Oh, borbottò il Selmi che aveva chiuso gli occhi e stava per prendere sonno con la sua pipa in bocca. Buona notte, Roberto.... È gi

Una mattina, reduce da alcune faccende, egli trovò nel suo studio uno de' più servizievoli amici suoi, il giovane ingegnere Giorgio Leoni, il quale stava scrivendo gli indirizzi su alcune buste che contenevano delle carte da visita. Oh disse Roberto guardando uno di quegli indirizzi. Selmi aveva mandato il biglietto? , eccolo qua. Roberto lesse: Odoardo Selmi, miniera di Valduria in Romagna.

A rivederci ripetè Maria con voce commossa. Anche M.^r Black rinnovò i suoi saluti; poi il cocchiere fece schioccare la frusta, la carrozza diede tre o quattro scossoni e si mosse lentamente giù pel pendio. L'ingegnere Selmi e sua sorella rimasero immobili finchè la vettura non fu scomparsa dietro una macchia d'alberi.

Se l'ingegnere Selmi aveva mancato di previdenza, non si poteva certo accusarlo di mancar di coraggio. Egli si mostrava dovunque c'era un pericolo, e raccogliendo intorno a i pochi addetti alla miniera che non avevano partecipato al movimento, si preparava, se fosse stato necessario, a far pagar cara la propria vita.

E si dileguò leggera come una piuma e cantando come un usignolo. Quella sera medesima però un'ombra si stese sulla fronte serena della giovinetta, quando Roberto chiese ed ottenne da Odoardo Selmi una licenza di due settimane.

La signora Federica non vi assisteva. Quando suo figlio, rispondendo alla lettera in cui ella gli partecipava con l'animo straziato il matrimonio di Lucilla col marchesino Moschi, le annunziò alla sua volta che aveva deciso di sposar Maria Selmi, la buona donna montò su tutte le furie. valse a calmarla il racconto fattole da Roberto del pericolo corso e della parte che Maria aveva avuto nella sua salvezza. Senza dubbio, pensava la signora Federica, quell'artificiosa ragazza lo fece cadere in una trappola per aver poi il merito di tirarnelo fuori. Sotto quest'impressione la signora Federica scrisse un'epistola di sei facciate, ch'era un miracolo di logica. Ella gli diceva che questo avvenimento era inaudito ed imprevedibile, quantunque pur troppo ell'avrebbe scommesso che l'andava a finir così, visto che Roberto discorreva molto di dignit

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