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<<Leva la testa e fa che t'assicuri: che cio` che vien qua su` del mortal mondo, convien ch'ai nostri raggi si maturi>>. Questo conforto del foco secondo mi venne; ond'io levai li occhi a' monti che li 'ncurvaron pria col troppo pondo. <<Poi che per grazia vuol che tu t'affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l'aula piu` secreta co' suoi conti,

«Leva la testa e fa che t’assicuri: che ciò che vien qua del mortal mondo, convien ch’ai nostri raggi si maturi». Questo conforto del foco secondo mi venne; ond’ io leväi li occhi a’ monti che li ’ncurvaron pria col troppo pondo. «Poi che per grazia vuol che tu t’affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l’aula più secreta co’ suoi conti,

BALIA. Ti ringrazio infinitamente e del dono e del buon animo che mi porti: dammi pur occasione di poterti servire, ché l'arò caro. Ma io non so dove sia per riuscir questo tuo amore. AMASIO. Se tu prometti voler servirmi e aiutarmi, ti manifestarò cosa che forse nol pensi. BALIA. Chi non servisse a te non servirebbe all'istessa cortesia. AMASIO. Ti prego ad essermi secreta.

De parte 116 De non 5 Non sincere 6 Secreta XXV. Cornet, op. cit. Copia di una lettera scritta per D. Catarin Zen, Orator nostro al Signor Ussun Cassan, nell'anno 1473, addì 27 Lujo.

In nome del Dio del cielo, signore, gridò Bambina, ditemi ciò che avete saputo su questa catastrofe. Una cosa sola, ma assai grave: vostro fratello è stato arrestato per ordine del conte di Altamura che fa la polizia secreta del re. Allora, il male è irreparabile. Bambina si lasciò cadere sur un banco di pietra: si sentiva svenire. Il padre Piombini restò in piedi innanzi a lei.

Il cieco era venuto a termine della dolente istoria che il giorno se n'andava, e raggiando l'occidente per gli estremi crepuscoli, parea rivolgere l'ultimo addio ai solitari di Nebiolo. Tutti erario impietositi al mesto racconto, e qualche secreta lagrima spesso fu vista spuntare sul ciglio a Marcellina.

A me quella secreta, amabil voce Più nella giovinezza non diè posa, che sovente alla gettata Croce Rivolsi la pupilla timorosa; E sebben mi paresse incarco atroce, La riportai con esultanza ascosa, Rammentando mia infanzia, quella Chiesa, E quel Crisma, e la possa indi in me scesa. E qual fu lo splendor d'un altro giorno: Il giorno in cui di nutrimmi Iddio!

I monti e le valli di quel circolo spazioso dipinti da un'aurea porporina luce riflessa nelle acque, fulgide esse pure come la vôlta del cielo, s'avevano un così vago, un non so quale incantevole aspetto, che traeva a mirarli con sentimento di gioia e di secreta riconoscenza, quasi si sentisse che una mano creatrice e benefica avesse preparato quel quadro sublime onde offrirlo a diletto dello sguardo dell'uomo.

La vera cagione, per altro, del suo mutamento non l'aveva indovinata anima viva; neppure la Nena, che portava e riportava i libri da Sandro alla padroncina, senza mai sospettare che insieme coi libri ci fosse una corrispondenza secreta. Tali supposizioni, anche quest'ultima dell'organista, andavano ben lungi dal vero.

Et quello più oltra sentirai in camino de dicto Caterin, ne avixerai come de sopra havemo dicto el soprascripto excellentissimo signor. De parte 147 De non 0 Non sincere 0 Secreta XXVI. Cornet, op. cit. Die 11 Februarij. Comissione segreta ad Ambrogio Contarini. Ser Ambrosio Contareno oratori ad illustrissimum dominum Ussonum Cassanum.