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Aggiornato: 19 giugno 2025
La Gina non si accorse che intanto ripigliava a nevicare; non si accorse nemmeno che l'acqua entrava nelle sue scarpe; nè che le vesti strisciavano per terra. Non si sgomentò. Andrò dalla mia mamma, disse sottovoce, con un senso amoroso, la povera Gina. Conosceva bene la strada, perchè tutti gli anni soleva la mattina di Natale portarle un mazzo di fiori secchi, o un nastro ricamato.
A lui no; ma ci vorrebbe altro, se quando lo dico a uno, dovessi dirlo a tutti!... E poi non ha il suo giorno fisso da venire a pranzo?... il mercoledì?... Dunque basta e non mi secchi!... Sapessi quanto ridere ho fatto con Scipio Spinola!
Vado a cena e torno da lei. All'osteria Matteo Vento mangiò di buon appetito. Si era fatta la minestra di riso con fagioli secchi e, dopo di essa, gli portarono un bel piatto di formaggio. Mentre il segretario comunale col medico, l'oste ed un signore bergamasco venuto in villeggiatura giocavano a briscola, egli cercò di scovar qualche cosa dall'ostessa che sedeva al banco facendo le calze.
Allora gli araldi, o vocatores, come chiamavansi, si volsero prima ai gentili e dissero: O gentili, per cui fatto S'è il negozio del riscatto: poi ai Giudei: O giude', per cui sciupato Ha il Signor parole e fiato, Come attestano i rabini, I notari e gli scabini! Storpi, dritti, grassi e secchi Cantiam gloria al re del becchi.
Ariberto pensava a ciò che la contessa gli aveva detto un giorno: le donne han bisogno d'un padrone; ed ecco il padrone: quell'uomo da scuderia, abituato a ordini secchi, brevi, a forzar cavalli all'ostacolo, a levarsi poco dopo l'alba, a lavorare tutto il giorno come uno scozzone.
Tra porta e porta ascoltai scoppi secchi di voce, come palle di pistola dritte al segno del cuore o della gola, o aguzze pietre a fionda contro specchi: parole unghiute, uguali a uncin che artiglia, singhiozzi, uguali a strider di catene scosse
DON FLAMINIO. Leccardo mio, parla presto, non mi far cosí morire: come sará mia? LECCARDO. Manda a tôr diece caraffe di vino per inumidir il palato e la gola, che stanno cosí secchi che non ne può uscir la parola. DON FLAMINIO. Arai quanto vorrai, e venti e trenta; ma parla presto. LECCARDO.... la vostra Carizia è maritata.... DON FLAMINIO. Maritata? Tu sia il malvenuto con questa nuova!
È buono l'odore dei fiori secchi. Peccato, dovrei avere le gaggie. Hanno un profumo squisito nella biancheria.
Voleva chiamare la sorella, chiamare Jeanne Labadie; ma erano lontane, andate su per il monte a raccogliere fuscelli secchi e sterpi di buona scintilla, per far bollire l’acqua della cena, lassù, nel tugurio del mugnaio Soubirous.
I tronchi secchi degli abeti minacciavano di afferrargli l'elmo e portarglielo via: egli dovette premerlo su la nuca, si fermò per rendersi più piccolo e sollevò con la sinistra il fodero dello squadrone affinchè non gli impedisse le gambe.
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