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⁴¹⁴ Pag. 71. ⁴¹⁵ Iulian., 496, 15 sg. Ciò che Giuliano qui scrive si attaglia così esattamente a Florenzio ed all’episodio narrato da Libanio che parrebbe non possa sollevarsi alcun dubbio nella identificazione della persona. Ma c’è quell’appellativo di eunuco che non si sa spiegare, perchè Florenzio aveva moglie e figli. Alcuni, pertanto, vedono in questo nemico, di cui parla Giuliano, il cortigiano Eusebio, l’eunuco che spadroneggiava alla corte di Costanzo e che tanto odiava il principe. E imaginano un’ispezione che Eusebio avrebbe fatta in Gallia, per ordine dell’imperatore e che avrebbe dato origine agli urti con Giuliano⁴¹⁶. La cosa è possibile, ma affatto fantastica, ed è più ragionevole il supporre che la parola ανδρόγυνο

È vero continuò l'Arconti. Questo foglio viene da Lucilla.... Ed è la prima volta ch'essa mi scrive dacchè son qui... Tutt'al più s'era contentata di mandarmi finora qualche riga sotto le lettere di mia madre. Io non so ciò ch'essa mi dir

Questa volta, a furia di girare e di rigirare la questione, credo di averne rinvenuta la molla segreta e i miei punti interrogativi troveranno una qualunque risposta se non piace loro, che si stiano. Dunque, studiato, paragonato, osservato tutto, risulta: che si legge poco, perchè si scrive troppo. Che novit

Prima è in un plotone di arditi: vi compie miracoli di valore; ma si guarda bene dal raccontarli. Scrive semplicemente che ha sofferto la fame e la sete. Ah, la sete!... In data del trentun dicembre 1917: «Questa sera è l’ultima dell’anno, ed io la passerò lavorando sotto alla «imminente luna», lontano da voi che amo, ma vicino a voi come non mai.

Scrive Turpin che in questa sua fatica avea detta una cosa bella assai, cioè che Cristo nella storia antica a Pietro disse: Tu mi negherai; e che Pietro risposto avea: mica; ciò che dite, maestro, non fia mai; ma che Pietro alla fin l'avea negato, siccome Cristo avea pronosticato. E sapete perché gridava il frate Pietro avea detto il falso, e il vero Cristo?

Rientrata nella sua camera scrive affrettatamente alcune righe, poi ripiega il foglio che ripone sul petto, e scende nella corte. L'affollarsi della gente che andava e veniva, l'allestirsi di cavalli, il sordo trambusto, e la confusione per dare e ricevere ordini non fece avvertire il nero spettro che, rasentando di volo le oscure pareti, scivola fuori le porte e si avvia per la citt

Il presidente mi scrive da Palermo che egli deve fermarsi sino a tutto il giorno 3 in quella citt

Il Palmieri scrive così: «Dei domestici straordinario era il numero nelle case signorili, anche più modeste. E bisogna vedere con che etichetta si regolassero.

Dico che ogni nostra openione o conoscenza, o vera o falsa che ella si sia, viene dietro a le cose, come scrive Aristotile nel libro De la interpretazione, ed ogni cosa procede e va innanzi a la nostra scienza, come oggetto e cagion di quella.

⁴⁰⁵ Iulian., 578, 21 sg. Per quanto risuoni nelle frasi ardenti di questa lettera un po’ di esaltamento fittizio, è impossibile non udirvi l’eco di un sentimento vero. Nessun principe ha mai scritto ad un professore di filosofia ciò che Giuliano scrive ai suoi maestri. Giuliano si trovava, davanti all’Ellenismo, press’a poco nella posizione dei primi cristiani, quando s’infervoravano per un’idea che vedevano divisa e compresa da pochi. Era un vero apostolato ch’egli intendeva di esercitare, un apostolato in cui erano interessate le sorti dell’umanit