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Aggiornato: 2 giugno 2025
Proprio alla vigilia dei tumulti nel novembre scorso, da Palermo in un rapporto ufficiale si scriveva al governo di Roma che aveva occhi per non vedere e orecchie per non sentire: «Qui i nostri frugali lavoratori soffrono la fame, non hanno desiderî disordinati, non bramano la fortuna altrui, non sentono l'odio di classe , ma vogliono lavoro e pane, solamente per vivere; chè d'altro ad essi non cale.»
Il presente paragrafo avrebbe dovuto trovare il suo posto appropriato nel mese scorso, quando tenemmo parola delle arti e dei mestieri, perchè in realt
Non basta. La Prensa, il 27 dello scorso marzo, scrive: «Dice un rapporto tecnico che l'Hôtel si trova in uno stato di distruzione tale che riesce impossibile mantenerlo in piedi senza far tali spese da essere equivalenti al costo d'un altro edificio nuovo. Le conclusioni del rapporto non lasciano luogo al dubbio: l'edificio sta nel suo ultimo periodo e minaccia di cadere.»
E dopo essersi arrestato un poco: Il duca dell'Isola, fratello a vostro padre e nostro zio, morì nel gennaio scorso: negli ultimi momenti di sua vita rivelò che il cavaliere dell'Isola, creduto da tutti estinto, viveva forse ancora nelle terre Venete sotto un falso nome, e che doveva aver figli.
Scorso qualche tempo, le parve udire una voce in mezzo al fracasso spaventoso degli elementi scatenati; alzossi per accertarsene, ed accostatasi all'uscio, riconobbe Annetta, la quale, quando le fu aperto, gridò: «Essa muore, signorina, la mia padrona muore.»
Il tredici del luglio scorso un italiano, un certo Domenico Barolo, venne arrestato senza ragione nella sua casa, a Rosario. Condottolo in istrada gli agenti estrassero le daghe e gli diedero tanti colpi di taglio e di piatto da stenderlo al suolo. Allora chiamarono una vettura e ve lo gettarono di traverso come un sacco, ponendogli i piedi sul petto. Rinvenuto, alla Commisseria, volevano fargli pagare una multa di dodici pesos, ma poi per l'intermissione d'un signore che lo conosceva venne rilasciato. Tutto questo è dettagliatamente narrato da un giornale argentino, la Repubblica, la quale, fatta constatare l'esattezza del racconto, inviò un redattore al Consolato italiano, accompagnato dalla stessa vittima, per fare una protesta. Lo stesso giornale riportava, dopo alcuni giorni, la notizia che le spiegazioni della polizia argentina erano state trovate soddisfacenti dal Consolato italiano. Le ferite, quell'infelice, se le sarebbe fatte da sè, cadendo. Basti il dire osserva la Repubblica che egli ha, fra le altre, varie ferite alla sommit
«Sento che attraverso un momento pericoloso della mia vita, una specie di «passo del lupo» che ti fece così paura l'anno scorso, quando andammo lassù verso il Resegone. Sotto mugge un torrente che precipita in un baratro e devi passare sopra una vecchia trave mal ferma.
Toccato! pensò Filippo. Quindi rispose: No! Eppure, si ricorda quella sera che andai alla Fenice l'inverno scorso, con la mamma e gli zii? Lei era nel palco della Montegalda, che aveva un così bel diadema di brillanti sui capelli neri; e qualcuno mi disse che lei era innamorato della contessa. Io guardai attentamente e capii che avevano ragione.
Per la Sicilia in ispecie, e in vista dei possibili eventi che poscia si verificarono, si affermò ripetutamente senza che chi doveva abbia smentito che l'illustre generale Corsi, comandante il 12º corpo di armata, abbia mandato un preciso e allarmante rapporto al governo nello scorso anno sulle condizioni dell'isola denunziando gli imminenti pericoli .
Non io solo: tutti lo sanno. V'incontraste con lui dopo che conosceste la contessa? Mai. L'anno scorso pareva ch'egli l'avesse lasciata per sempre. Ora, dopo il suo ritorno, lo vidi da lontano una o due volte. Che cosa sapete intorno alla sua attivit
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