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Aggiornato: 15 giugno 2025
«Da domani, vita nuova!» continuò la matrona che in camicia, così disciolta com'era, pareva ancor più corpulenta. «Vita nuova, se no: guardatemi!» La bimba avea in una mano il lume e lo scaldaletto; sul braccio le vesti della Contessa. Nell'altra mano due paia di scarpe, e sull'altro braccio tutti gli abiti del conte Venceslao. «Guardatemi!» ripetè più forte la Contessa.
enorme cappello a cupola dalle amplissime tesi rigide con nappe e fiocchi penduli, tutto nero; ampia cappa di seta nera, con largo bavero e lunghi fiocchi come sopra: maniche a sbuffi fermi nel polso con risvolti bianchi, smerlettati; la cappa è lunga fin sotto i ginocchi; calzoni alla francese, larghi alla coscia e stretti al tallone, con tasche davanti; panciotto di velluto nero alla marescialla; ampio colletto inamidato a svolti sul bavero della cappa e cravattone a svolazzo anch'esso nero, di crespo di Cina; scarpe a gondola di camoscio nero; borsa di seta a maglia, con bocca d'argento ad anello a molla, capace e rigonfia, pendente sotto il panciotto.
Le faccio presente che se il cavallo a doppio uso si ammalasse.... Oh, allora poi, bagattelle, si va un po' anche a piedi... pedibus calcantibus. "Ah sicuro!" pensava fra sè quello scorbellato di Leopoldo, "un bel paio di scarpe nuove e avanti." Io sono bene andato a piedi tutta la mia vita! riprese il notaio. "E sì, che è un cavaliere!" pensava l'altro.
Tu avrai prima tanto guarnel che fará un bel giubbone, che era fodra d'un saio di mio padre; ed un paio di calze di scarlatto a martingala, ch'ebbi dal Gonnella, che ne l'avea donate il duca Borsio, e non son fruste che un poco al ginocchio; ed un par di pianelle come queste, che non son rotte. Poi le scarpe nuove comprerem questa pasqua. PILASTRINO. Che ti pare? Di' poi di nol servire!
Vanardi obbedì. Indossò quel certo soprabito color marrone di cui aveva parlato la Rosina, si diede una buona spazzolata dal cappello sino alle scarpe ed uscì avviandosi alla volta della casa del milionario banchiere.
Dice che tu mi lasci. Non hai inteso? Lasciami, dico: sono ancor digiuno; voglio ire a casa. FILENO. Anca a digiun potresti dar con le scarpe la benedizione. Sta' pur qui fermo. PILASTRINO. Ti prego, Crisaulo. Deh! Non mi lasciar metter piú paura, ché mi sento venir la febbre fredda. Manda a dir che non venga il capitano. Ne li vo' render parte. CRISAULO. Tutti, tutti.
Salirono insieme nell'ascensore, poi camminarono fianco a fianco sul tappeto rosso del lungo corridoio adorno di scarpe. Giunti alla porta del salotto verde e grigio, egli entrò senza chiedere permesso; e sedette, poderoso e grande, nella poltrona di broccato. Siete stanca? chiese. Nancy disse: No, e rimase in piedi.
Fate la serva o andate a bottega ammazzandovi a lavorare, e non guadagnate abbastanza se la famiglia non vi aiuta: che cosa può guadagnare una ragazza per settimana? Bisogna che si vesta, che abbia delle scarpe, un po' di biancheria per potersi mostrare... E poi si è giovani, il sangue si riscalda, arriva qualcuno, che vi guarda; tant'è dunque farlo prima, cercando di cavarne una posizione.
Ho rimasto quindici lire. Quindici lire! Perchè ho dovuto darne quattro alla signora Veronica: pranzeremo da lei. Vedi: questi cenci e queste scarpe, ecco tutto il guadagno! Che cosa sono io adesso?
La spesa maggiore era quella del sarto, poichè amava di vestire con una certa eleganza, ma pure in fatto di vestiario aveva pensato a risorse incredibili. Per esempio, non si faceva mai fare un paio di scarpe, ma voleva invece tre scarpe uguali, tutte a un piede e numerate coi numeri 1, 2 e 3 per poi calzarle alternativamente in quest'ordine fisso: lunedì: n. 1 al piede destro n. 2 al sinistro.
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