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Aggiornato: 18 giugno 2025
Basta!... L'abito, presto... a momenti arriva la carrozza. Era in semplice fascetta e sottanina di cambrì ricamata, con braccia e petto nudi, lisciata, incipriata: aveva le ciocche de' capelli della fronte rinvoltate in pezzetti di carta bianca, l'orecchie rosse scarlatte. Andò a guardarsi allo specchio.
Era un irrompere di rose di tutti i toni, di tutti i colori, bianche, scarlatte, gialle, che si aggrovigliavano in libera scelta, ottenendo effetti impreveduti di contrasto e sinfonie armoniche che l'arte più sottile non avrebbe neppure immaginato e dietro a queste rose le alte querce si profilavano sulla trasparenza del ciclo, solenni e austere.
Lasciai le passïoni, che con succhio di tentacoli, ingorde, irte, contratte, vuotavano le mie vene scarlatte per gettarmi dei morti al sozzo mucchio: ma mi seguono esse, in false vesti, guardinghe, pronte per colpirmi al fianco, s’io vacilli, s’io dubiti, se stanco il capo in pianto io curvi, o il piede arresti.
«Io sogno un amore vivido e trionfale e risplendente; un amore fatto di sangue e di sole e di rose di tutte le cose calde e scarlatte che sono nel mondo!... Un portentoso e magnifico amore che non duri, che sfolgori e abbruci. «~Che non duri!~ E che perciò? E' forse meno amore per il fatto che deve morire? Sarebbe come dire che le vere rose sono quelle di carta, perchè non appassiscono.
La spiaggia s'intenebra entro le mie pupille... Eccolo! Eccolo!... Il Dio si china; il suo dorso s'infiora di labbra scarlatte... il suo dorso ignudo è corazzato di ardenti smeraldi e di pupille verdi, liquefatte da un sole di disperazione!...
Dietro a questi, venivano su a coppie, a gruppi, a piccole file, ravvolti nelle loro cappe bianche e turchine, curvi sulle loro selle scarlatte, i cavalieri della scorta che presentavano l'immagine d'una gran cavalcata di maschere; e dietro la scorta, la fila interminabile dei muli e dei cavalli, che portavan le tende, le casse, il mobilio, la cucina, i viveri, fiancheggiati da servi e da soldati, gli ultimi dei quali apparivano appena come una punteggiatura bianca e rossa nel verde della campagna.
I montanari, alti, nerboruti, con le loro giubbe scarlatte, coi sandali e i cappelli di feltro a punta ornati di fiori, mi ricordarono che mi trovavo nel Latium ferox di Virgilio, i cui abitanti robusti ed energici hanno conservato durante tutto il medio evo il loro carattere.
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