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Aggiornato: 20 giugno 2025
Ma ella ebbe appena il tempo a comporsi in un atteggiamento calmo, che sulle scale risonò il passo di Roberta. Non partire così presto, Cesare, disse Emilia, sottovoce. Quando Roberta entrò, scorse la sorella intenta a tagliar le pagine d'un libro e Cesare, in piedi nel vano della finestra, parlando della prossima stagione di Nervi.
Il signor Direttore è stato il suo colonnello? domandò il Laner ancora tutto pieno di ammirazione, a Taddeo, appena furono sulle scale. Nossignore, rispose l'altro. Il mio colonnello era il signor Chiassi, che è morto a Bezzecca. E anche lei è stato ferito a Bezzecca? Sissignore. Allora gli avranno data la pensione? Quella della medaglia: novanta lire all'anno.
Il vecchio legnaiuolo s'era avviato a una porticina che dal fondo della bottega metteva nell'andito delle scale, per salire al primo piano della casa, dov'era il suo alloggiamento.
Il Santo Padre ci vuol molto bene! Perchè arriviamo più presto in paradiso, manda il boja ad aprirci la porta. Un gesuita corse a prenderlo per un braccio, e ad imporgli silenzio. L'altro s'impadronì di Monti. Poi l'uno e l'altro tenendo sotto il braccio ciascuno un paziente, preceduti e seguiti dai confratelli di San Giovanni Decollato, si avviarono verso le scale.
Il signor Tallini scese le scale a precipizio, e si gettò nelle nostre braccia prima ancora che avessimo avuto il tempo di varcare la soglia della casa color di rosa.
La Nena lo ascoltò, ascoltò tutto, pallida, tremante, senza mai dire una parola; poi, uscì ratta dalla camera, fece le scale a precipizio e correndo, senza badare ai curiosi che si voltavano a guardarla, corse subito a casa per cercare della signora contessa, per avvisarla di tutto, per impedire ch'ella andasse dal Vharè, per salvarla. Alle due, mancavano più di tre quarti d'ora.
L'ho visto or ora sulle scale. Andava alla ricerca del cane, disse, per uscire a passeggio. È un fanciullo incantevole. Non è vero? esclamò Fabiano, tocco nel vivo del suo amor proprio. Sono certo che non m'inganno. Vostra Signoria non s'inganna, confermò il dottore.
Don Diego traversò la corte ciottolata di quei ceffi sinistri. Essi si avanzarono e si scovrirono innanzi ad un signore che saliva le scale nel tempo stesso. Questo signore, vedendosi seguito da un uomo dai lineamenti imponenti e malinconici, si fermò sulla soglia e voltandosi l'interpellò. Di chi chiedete? Del signor commissario, rispose Don Diego. Sono io, disse l'altro. Chi siete?
Alternati i saluti e soddisfatto l'impulso della curiosa brama, i più si allontanarono e si dispersero ritornando ai posti loro; rimasero il Pellicione, Borserio e Sarbelloni, ch'erano i tre soli cui era noto il segreto ed i fini veri di quella ambasceria, i quali si strinsero dintorno ai due tornati, e salendo seco loro di celere passo le scale della Fortezza, bisbigliarono ad essi premurosamente all'orecchio accumulate domande sulla riuscita dell'impresa.
Daniele, lo vide uscire, lo sentì scendere le scale, ma non si mosse: fermo, immobile, pietrificato, restò lì un bel pezzo a pensare. Imparate da me!... Imparate da me!... mormorò alla fine, scrollando il capo, sospirando melanconicamente. Belle cose da imparare.
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