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Aggiornato: 24 giugno 2025
L'arte classica, caro signore, dovreste farla distruggere per le vie, per le piazze, per i musei d'Italia e, badate bene, molto più di quello che non abbia osato di fare Fra Gerolamo Savonarola, il quale sia detto fra parentesi meriterebbe tutto il nostro odio, se non fosse stato un martire, perchè fra altre cose senza di lui immortali, pare abbia bruciata o fatta bruciare un'opera del divino Leonardo.
In questo studio il Marchese magnifica Fra' Angelico con troppa esagerazione, paragonandolo ad un profeta, a cui fosse stata affidata la missione di rinnovare la morente pittura religiosa. Colle sue pitture egli doveva conseguire la stessa riforma morale del genere umano che avevano raggiunta Antonino e Savonarola per mezzo dei loro scritti e delle loro pubbliche azioni.
Io vidi coi miei occhi com'egli si consegnò ai nemici col compagno Domenico e com'egli si rimanesse calmo e sereno in mezzo al popolo furente che lo minacciava, ecc. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Benedetto narra quindi come dopo la morte del Savonarola, i suoi seguaci rinnegassero la sua memoria ed abbandonassero vergognosamente la sua bandiera.
Tra esse ve n'è una alla madre sua, Elena Buonaccorsi, al suo amico Domenico, a sua sorella Beatrice, a Pico della Mirandola, e tra i documenti anche lo scritto di Luigi XII al Governo di Firenze, nel quale questo re prega per una proroga all'esecuzione della sentenza del Savonarola.
Quando venne il mio profeta, Savonarola, egli montò umile sul pulpito ed io rimasi attento alle sue parole, ecc. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Prosegue poi in questo tono.
Egli narra in seguito come venti soli amici del Savonarola respinsero gli assalitori, uccidendone il capo e scacciarono tutta la turba per tre volte. Tre volte tornò la folla inferocita all'assalto. I nemici appiccarono ora il fuoco alle porte della chiesa e del convento.
Qui si sedette tutto vergognoso ed in silenzio tra gli uditori, suscitando la meraviglia della folla che non attendeva di veder ivi l'uccello goditore. E qui egli fa entrare in iscena il Savonarola che tiene una predica, come il Lenau fa nel suo romanzo del Savonarola.
Il desiderio del Marchese è stato esaudito, poichè Pasquale Villari, professore di storia a Pisa, ha pubblicato un'opera pregevolissima, «La storia di Girolamo Savonarola ed i suoi tempi». La campagna dei volontari intorno Roma. La campagna dei volontari intorno Roma. Nell'autunno 1866 l'Italia era in preda ad un eccitamento eguale a quello dell'anno 1859.
Allora dal chiostro di S. Marco, che aveva trovato nel Fiesole un difensore così convinto della pittura religiosa, venne nuovamente una reazione contro la scuola moderna e paladino ne fu Savonarola. Egli combattè i Medici che avevano promossa la scuola antica, appunto con le loro stesse armi.
Alla fine della sua introduzione alle raccolte il Marchese dice: «Qui terminiamo le nostre pazienti ricerche sulla vita e la morte del Savonarola, coll'augurio che possa presto sorgere uno scrittore prettamente cattolico, diligente e giusto, che libero da tutti i pregiudizi di sètte politiche e religiose, ci presenti finalmente il vero tipo di questo grande, che in un tempo difficile e corrotto raggiunse una fama tanto alta, che nemmeno le calunnie di quattro secoli poterono scemare».
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