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Il simile ancora riuscirá per conto delle monete d'oro di qualunque sorta, che saranno state tassate, ovvero che sotto l'ordine si troveranno nuovamente fatte; essendoché in ogni numerata di lire 72 ciascuno saprá e conoscerá che in esse monete veramente si troverá essere un'oncia di oro puro.

Ad ogni tratto egli rischierá di cogliere in iscambio la sua patria, ora credendola il capo di Buona speranza, ora il cortile del Palais-royal. E dell'indole dei suoi concittadini egli non saprá mai un ette.

FORCA. Lo scaricheremo di peso di argento. PIRINO. Non sará possibil mai, perché sta tanto sospetto di noi, che, nol facendo stima che lo facciamo; poi se lo saprá, che fia di noi? FORCA. Ti fo la sicurtá con le mie spalle. PIRINO. Tu sai che in casa non mancano legne, e quando ce ne fusse carestia, abbiamo la villa vicina.

Ché, quantunque un medico sappia benissimo la causa d'una febre putrida e acuta, non li sará facile il remedio, e piú volte con qualsivoglia difficultá non ve lo ritrova; e cosí saprá la causa d'una epilepsia e apoplesia e altre spezie d'una indisposizione di fegato e di stomaco, e cosí d'una ferita mortale, e non ve saprá ritrovare facile difficile remedio.

I zechieri ancora dovranno avere la loro debita mercede a ragion di un tanto per libra di monete, da doversi loro pagare da chi ne vorrá far fare o d'oro o d'argento; e qual mercede delle fatture da tutti si saprá, ed in particolare da chi fará fare i danari, e ciò col mezo delle concessioni, ordini e capitoli sopra ciò tra i superiori ed i zechieri fatti.

GIACOMINO. La malia che l'ho fatta, mia reina, è che l'ho amata con quella schiettezza di amore e lontana da ogni simulazione, che si convenia; e saprá bene che il ricompenso d'amore è lontano da ogni spezie di pagamento, ché l'amor si paga con amore. ALTILIA. Ahi, che il timor m'uccide! GIACOMINO. E di che temete, anima mia?

Sará anco lecito, com'è sempre stato alli banchieri ed altri, il cambiare le monete d'oro e d'argento d'una sorte in un'altra, e con quelli debiti laggi che si converranno i cambiatori con quelli che vorranno cambiare; ma ben si conoscerá e chiaramente si saprá che tanto di puro e di fino sará in real proporzione cosí nelle monete che si vorranno cambiare come in quelle che nel cambio si riceveranno, cioè da argento ad argento, da oro ad argento e da oro a oro, come di ciò apertamente nel capitolo XXIX tratterassi.

Va' cavati questi panni. LELIA. Tanto v'aiti Dio, io arei voglia di marito! CLEMENZIA. Vanne in casa, Gherardo mio. Tutte le donne fan delle citolezze, chi in un modo e chi in un altro. E sappi che poche e forse niuna ve n'è che non scapuzzi, qualche volta. Pure, son cose da tenerle segrete. GHERARDO. Per me, non se ne saprá mai nulla.

m'insegnavate come l'uom s'etterna: e quant'io l'abbia in grado, mentr'io vivo convien che ne la mia lingua si scerna. Cio` che narrate di mio corso scrivo, e serbolo a chiosar con altro testo a donna che sapra`, s'a lei arrivo. Tanto vogl'io che vi sia manifesto, pur che mia coscienza non mi garra, che a la Fortuna, come vuol, son presto.

PIRINO. Questi grassi lo faranno vomitar piú tosto quanto saprá di noi. FORCA. Anzi è contro il vomito, e l'ho esperimentata con voi piú volte. PIRINO. Fa' come vuoi, non ti vo' contrariare in questo; dimmi, che hai disegnato di fare? FORCA. Ascolta: io so far una polvere di carboni che, meschiata con olio e ongendone la faccia, la fará nera come un schiavo, d'un nero assai naturale.