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Dorma, dorma sonni tranquilli... E la signorina sorrise un'altra volta salutando colla mano l'istitutrice attonita, e raggiunse la Nena... Sandro mantenne il giuramento. Lasciò gli amici, e approfittando della lite successa, non accompagnò a casa l'Ottavia: la Veronica giubilava e, non avendo di meglio, si sfogava abbracciando il signor Domenico.

Ma la Nena gli corse dietro e non lo lasciò, e Sandro dovette promettere che l'indomani si sarebbe trovato in ufficio a mezzogiorno per aspettarla e che, frattanto, non avrebbe tentato nulla contro nessuno. La poveretta arrivò a casa più morta che viva: era sbalordita, tremante, coll'angoscia paurosa di chi ha commesso un delitto.

Sono in casa mia come lei. Lavoro di più perchè son forte e sana, grazie a Dio; mentre lei ch'è pochina pochina, s'ammala per nulla... Un bel comodo ammalarsi quando si vuole! Ferita da questa ironia la moglie di Sandro tacque un istante e trangugiò alcune cucchiaiate di minestra, ciò che le permise di stare un poco voltata nascondendo la faccia.

Si; ma lui ha avuto le circostanze attenuanti; si è riconosciuto che doveva averlo ammazzato per una forza quasi irresistibile... Sai bene, perchè Sandro lo tradiva... E chi andò a dirlo a quei signori?... Tutti i testimoni. Tu non ti ricordi perchè eri tanto ammalata e non sei potuta andare ai dibattimenti. Ella fece un gesto d'orrore.

Sandro ebbe quasi paura che Lalla, non potendo più trattenersi, corresse a gettarsi fra le sue braccia; il buon Ambrogio, invece, sperava che la signorina si fosse ricordata anche di lui, e lo volesse salutare.

Quanto non avevano potuto ottenere il pianto, le smanie della fanciulla, l'ottennero invece queste semplici parole. Sandro si calmò subito, come per incanto; e abbassando la voce, prendendole un braccio, e stringendolo fortemente: E allora, tu, perchè lo sposi? le domandò fissandola cogli occhi foschi. Lalla respirò: capiva che aveva vinto finalmente, e che ormai aveva poco da temere.

Del resto, dacchè aspettava il bambino, non si accorgeva quasi neppure se il marito tardava; era tanto occupata, aveva tante piccole cose da preparare. Anche quella sera Sandro era fuori. Attaccato il cavallo se n'era andato via: per ordine del padrone diceva. Ma sarebbe ritornato, e presto. Lei intanto lavorava. Lavorava e cantava.

Invece, stanco, abbattuto, vi si abbandonò anima e cuore, come a un conforto, come alla sua ultima speranza. Successe un lungo silenzio fra i due giovani. Sandro fissava la signorina ostinatamente, cogli occhi torvi, pallido, e col respiro greve, affannoso.

Cercava con l'occhio ansioso il suo Sandro. Dov'era?... perchè non riesciva a discernerlo? Nessun lavoratore era come lui alto; nessuno aveva il personale svelto e maestoso per cui egli faceva così bella figura quando andava in citt

Prima di partire, la duchessina si era fatta promettere da Sandro che questi manderebbe una sua lettera, ogni settimana, alla Nena; la Nena, che non sapeva leggere lo scritto, si sarebbe rivolta alla padroncina, la quale, in tal modo, avrebbe avuto notizie del giovinotto e avrebbe potuto leggere fra le righe ciò che riguardava lei solamente.