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E quel giovane a cui sorridevano i salotti di Parigi e di Vienna, i teatri e la stampa coi loro fascini irresistibili; quel giovane bello di tutte le bellezze e forte di tutte le energie, volle servire i pezzenti d’Israele ed asciugare le loro lacrime.

Impressione volgare lei e volgarissima i suoi salotti, fino a l'ultimo, piccolo gabinetto ove ella riceveva gli amici.

La sera bisogna tornar nello studio; il teatro, i salotti, i geniali ritrovi sono proibiti come le pistole corte; è l'ora dei clienti; l'avvocato ha da aspettare i clienti, anche quando c'è da scommettere cento contro uno che i clienti non si lasceranno vedere.

La notizia corse dai salotti nelle anticamere, dalle anticamere nelle botteghe: in breve, volò sul labbro di tutti. Si dipingeva il principe per un marito compiacente: un uomo nullo, ma ambizioso, assetato di onori: che abbandonava la propria moglie perchè ella potesse dar prova di devozione al Sovrano: ed egli avvantaggiarsene.

Del resto, a far rimanere questa nel fodero, aveva contribuito largamente la lode che, secondo il conte Candioli, era data nei salotti aristocratici al nuovo giornale. Il avait du premier coup conquis sa place; cosa di cui non era da dubitare anche prima della pubblicazione; ma che doveva sempre dar gusto e vendetta allegra di certi lazzi plebei.

Contro il Boni venne esercitata da allora, movendo specialmente da salotti romani, covi di germanofilia, una pettegola guerricciola. Vedi il mio articolo Troppi fiori in «Cronache Letterarie», anno I, n. 9. General Filareti vi sa di pseudonimo? Anche a me: ma ne so quanto voi. Rivista delle nazioni latine, Anno I, N. 5, pag. 123 e sg.

La nostra amicizia contava parecchi anni d'esistenza. Ci eravamo conosciuti al teatro Manzoni, dove il conte Gian Luigi ed io avevamo le poltrone fianco a fianco, e la mia attenzione era stata attirata dall'irrequietezza nervosa di Gian Luigi, a pena contenuta per l'abitudine ai salotti; durante gl'intermezzi, egli si rifugiava nell'atrio compensandosi dell'immobilit

La signora Pardo-Bazan ha frequentato, nelle sue corse a Parigi, i salotti letterari della capitale francese, specialmente quello di Edmondo De Goncourt, e li descrive con vivacissima efficacia nei suoi Appunti biografici.

Fu introdotto in uno di quei salotti borghesi che stanno sempre chiusi perchè il sole non abbia a sciupare i mobili, e di cui la serva apre le imposte quando ha fatto entrare un visitatore, lo abbaglia col riflesso del sollione che batte sul muro bianco di facciata, poi si volta, vede che si copre gli occhi colle mani, torna a chiudere un po' più, un po' meno, e lo fa assistere ad una serie d'effetti di luce, pittorici forse, ma punto comodi.

I bagnanti quel giorno, come succedeva sempre nei di cattivo tempo che l'acqua era fredda e non si potevano far bagni, dovevano essere raccolti nei salotti dello stabilimento, a leggere, conversare, flirteggiare, far musica e magari quattro salti.