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Aggiornato: 23 giugno 2025


Ma perch'egli era di basso lignaggio, volea nobilitare i discendenti, e cerca far qualche bel maritaggio per acquistare aderenze e parenti. Don Guottibuossi vide, come saggio, da far un colpo, con begli argomenti, che a Bradamante ed a Rugger piacesse, se Marfisa a Terigi unir potesse.

Don Guottibuossi non mangia, divora, e mostra la faccenda a lui non tocchi. Rugger, ch'era pur saggio, s'addolora, e mangia adagio e talor chiude gli occhi, e tra duolsi d'avere una suora da pigliar con la trappola che scocchi. E Bradamante in sull'avviso stava, e spicca morsellini e sogghignava.

Invero io veggio cose per le strade, ch'io tiro salti come un cavriolo, perché a' miei giorni erano cose rade, ne' piú rimoti nascondigli solo; e vorrei divenire e cieco e sordo, quando i nostri bei tempi mi ricordo. Ben sai, Rugger, che storico son io de' fatti del re Carlo e de' campioni. Quand'io confronto i fatti vecchi e il mio scriver novel, mi triemano gli arnioni.

Il prete, col viglietto del prelato, Rugger fece morir quasi d'affanno: sopra un soffá disteso s'è gettato, dicendo. Io vivo per maggior mio danno. Bradamante, che il vede addolorato, chiede se della borsa a parlar stanno. Che borsa? che non borsa? dalla cella disse Rugger fuggita è mia sorella. Fuggita s'è Marfisa! Ipalca manca! la borsa è andata!

Venne la nuova che nessun francese sa di Marfisa, donde il re Carlone disse a Rugger con viso sonnolento: Ben guarda, ella sará nel suo convento. Rugger perdé la pazienza un tratto; volta la schiena e borbottando parte. Perdio! dicea l'imperatore è matto.

L'opre bizzarre e varie ed il coraggio e il vivere alla moda della dama venía chiamato in francese linguaggio ciò che «pazzia» nell'Italia si chiama, e dell'etá non era tanto fresca da seguir con fortuna la sua tresca. In queste circostanze dolorose è la magion del gran Rugger di Risa. Ma mi convien ordinar l'altre cose e lasciar cheta un pocolin Marfisa.

Narrò Rugger a Carlo e cinque e sette bricconerie del guascon ch'io non dico, le corna di Terigi e di Marfisa e il disonor della magion di Risa.

Ecco Rugger, che chiede se ella sogna, ché la quinta staffetta era venuta, e disse: Io non so piú cosa rispondere: voi fareste un esercito confondere. Disse Marfisa in ironico modo, con un dileggio e un strano risolino: Signor fratello, perdio che vi godo, se voi pensate farmi il paladino. Ite in malora; per me fitto ho il chiodo.

S'ella morrá, l'avran pronosticato; e se vivrá, l'avranno indovinato. Le dame di Parigi e i cavalieri dicean: Beato Rugger s'ella muore! Pur si spediscon lacchè giornalieri di Ruggero a palagio a gran furore, a chieder dello stato; e i dispiaceri sono infiniti e infinito è il dolore, perché serbar doveasi in apparenza l'urban costume della convenienza.

Chi dirá di Rugger la penitenza, avendo una sorella come questa, che si potea chiamar la violenza, prodiga in una forma disonesta; ed una moglie, ch'era l'astinenza, che in tutto pel rovescio avea la testa, sendo la casa sua sempre in litigi e il tema delle lingue di Parigi?

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