Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 8 giugno 2025
Eccone uno, il primo, che s’infiora del sorriso d’una nobil donna a tutti nota: LA MARCHESA DELLA CERDA MENTRE DIVOTAMENTE LA RIVERISCE SI DÀ L’ONORE DI SIGNIFICARLE IL GIÀ CONCHIUSO MATRIMONIO DI D. GIUSEPPE DI SANTO STEFANO MARCHESE DELLA CERDA SUO FIGLIO CON D. GERTRUDE RUFFO ZIA DEL PRINCIPE DI SCILLA E CON PIENO OSSEQUIO SE LE RASSEGNA.
RUFFO. Vi sono andato cercando un pezzo. FANNIO. Addio, Ruffo. Che c'è? RUFFO. Buono. FANNIO. Che? RUFFO. Or lo saperrete. LIDIO femina. Aspetta, Ruffo. Odi, Tiresia.
Vedilo che va in lá. O Ruffo! o Ruffo! Non odi, Ruffo? RUFFO. Io pur mi volto né vedo chi mi chiama. SAMIA. Aspetta! RUFFO. Chi è costei? SAMIA. M'hai fatta tutta sudare. RUFFO. Be', che vuoi? SAMIA. La padrona mia ti prega che or ora tu vadi da lei. RUFFO. Chi è la padrona tua? SAMIA. Fulvia. RUFFO. Donna di Calandro? SAMIA. Quella, sí. RUFFO. Che vuol da me? SAMIA. Ella tel dirá.
Io a lei me ne vo; voi in ordin vi mettete. LIDIO femina. Va' e torna, ché in punto ci troverrai. FANNIO. Lidio, avíati. Io, or or, drieto a te ne vengo. Ruffo, duo parole. RUFFO. Che c'è? FANNIO. Io ti dirò un secreto tanto a proposito di questa cosa quanto tu mai immaginar non potresti. Ma guarda che tu non lo dica, poi. RUFFO. Non mi lassi avere Dio cosa che io brami, se io ne parlerò giá mai.
A casa te ne va' e vedi quel che fa Perillo nostro padrone circa al fatto di queste nozze mie; e, quando verrá lá Fannio, mandami per lui a raguagliare quello che vi si fa perché intendo oggi non lassarmi trovare per vedere se in me verificar si potesse quel che il vulgo dice: «Chi ha tempo ha vita». Va' via. Or di' tu, Ruffo, quel buon che ci porti.
I fasti delle orde del Cardinale Ruffo e la resistenza vigorosa delle Calabrie sono noti.
Ruffo, in queste cose assai fraude intendo si fanno ed io, inesperto, facilmente potria esserci gabbato. Ma, fidandomi di te che sei il mezzano, non me ne discosterò allora che delibererò di farlo. Ci penseremo Fannio ed io. Ma dimmi: chi è costei? RUFFO. Una detta Fulvia, ricca, nobile e bella. FANNIO. Oh! oh! oh! La padrona di colei che or ora ti parlò. LIDIO femina. Vero dici. RUFFO. Come!
Lassami partire di qui perché, vedendomi Fulvia, pensería che io fermo mi ci fussi per vedere il suo negromante; che esser deve quel che esce di casa. RUFFO negromante solo. La cosa procede bene. Io spero ristorare le miserie mie e uscire di questi stracci perché la mi ha dati di buon denari. Non potrei piú bel giuoco avere alle mani.
FANNIO. Se io, Ruffo, ben le tuo' parole notai, tu dicesti dianzi che, altro mezzo non giovandoli, ella al tuo ricorre: da che comprendo che ha tentato piú la pratica. A noi di ciò non fu mai parlato.
Ma fa' pur che io abbi in braccio Santilla mia. FESSENIO. Lassa fare a me. Voglio ire ad ultimare in un tratto la cosa. CALANDRO. Cosí fa'. Ma presto. FESSENIO. Non ho se none andar lá; da qua ad un poco, tornerò a te con la conclusione. RUFFO solo. Non deve l'omo mai disperarsi perché spesso vengano le venture quando altri non l'aspetta. Costei, come io pensai, crede che io abbi uno spirito.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca