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Attraversando per lo lungo la crociera, guardava di tanto in tanto, con pietosa apprensione, le povere ammalate, le quali, non potendo trovar requie, arse o abbrividite dalla febbre, sembravano come implorare da lui, con una lunga occhiata, una parola di conforto, una benedizione: avanzavasi, e ne scorgeva più d'una stendere fuor delle coltri lo scarno braccio, e bere a stento un po' d'acqua per mitigare il fuoco che le consumava; udiva qualche bisbigliata prece, qualche gemito sommesso e trattenuto di chi soffriva di più, e il respirar tardo, affannoso d'alcune da cui forse sarebbe stato chiamato fra poco.

Egli balzò dal giaciglio, corse all'inferrato pertugio, per respirar l'aria commossa; e fu come se la guerra degli elementi scatenati nell'alta notte lo rallegrasse, gli rendesse la vita.

Singulto tuonante che respinge le nubi con urti bruschi, in uno sforzo continuo di soffiare, per respirar meglio, tra i grossi materassi del caldo che crollano giù in valanga!... Il treno rallenta cauto, sprizzando dai finestrini 10000 teste che urlano....

Si scosse, allora, richiuse i suoi fiori, ed escì sul terrazzo, per respirar l'aria viva della montagna. Era tempo. Si udiva da lunge lo scalpitìo dei cavalli. Gino ritornava da Querciola alle Vaie: appariva gi

Si sentì spinta a scendere, e gettandosi indosso il velo leggero col quale soleva passeggiare, entrò a cauti passi nel giardino, e si diresse celeremente verso i boschetti lontani, lieta di respirar ancora un'aura libera e sospirare senza essere osservata da veruno.

Non lo sa egli stesso; ha bisogno di rivedere la casa dove fu tanto lieto, di sentirsi vicino, per l'ultima volta forse, a coloro che ama, di respirar l'aria della felicit

Provava un bisogno irresistibile d'essere all'aperto, di respirar l'aria libera, e senza chiamar nessuno uscì nell'andito, staccò dalle gruccie il cappello e il soprabito, scese a tentoni la scala e si trovò fuori della porta, sulla Riva degli Schiavoni. Era notte ancora, i lampioni del gaz erano tutti accesi, ma le stelle si scoloravano in cielo e l'alba doveva esser vicina.

Tacque; poi lentamente, anche la voce di Roberta s'abbassò a un mormorìo lamentoso: Avrei voluto essere bella, e devo morire.... Non ho più nulla per me: non posso nemmeno respirar l'aria che respiri tu, e goder l'ombra; devo andare in cerca del sole.... Fatti coraggio, Roberta; sono, idee.... tentò ancòra Emilia. Ho paura della morte.... Perchè vuoi renderci tristi? Sei guarita....

Dalla via Gennaro Serra, un continuo rumore di carrozze si udiva: tutti uscivano dalle loro case, tutti se ne andavano per le strade, a respirar meglio, a guardare le stelle, a godere la notte napoletana bella, fresca nelle ore alte. Egli si fece di nuovo al balcone, soffocando: ritornò alla scrivania, si rimise a scrivere, ma non vi riuscì. E perchè avrebbe dunque scritto?

Invano i Signori di Malaspina si sforzarono più volte di conciliar gli animi loro, solo ottennero di ridurli per pochi momenti in tregua a respirar l'aura stessa: essi non si videro che nella mischia delle battaglie, non s'incontrarono che per macchiarsi del vicendevole sangue.