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Aggiornato: 21 giugno 2025


Dato m'avresti, è ver, degno consorte, E quindi io molto esso pregiato avrei; E d'esser madre avuto avrei la sorte, E rapita m'avriano i figli miei; Ma come inevitabili di morte Son su questo o su quello i dardi rei, Avrei veduto chi sa quali amati Anzi a me infelicissima atterrati!

E fama narra che la pia Sibilla Per le italiche sponde ramingando, Molle sovente avesse la pupilla Sui rei trionfi dell'estranio brando: Chiesta venìa talor se una favilla Prevedesse di scampo, e come, e quando; Ed allor rispondea più corrucciata: «Stirpe forse vegg'io dal fango alzata

Vedete tuttavia con qual periglio le mie figlie innocenti in vita stanno, e come i rei dimoni con l'artiglio de' moderni costumi intorno elle hanno. Datemi, signor mio, forza e consiglio da preservarle a voi da questo danno. Queste, Signor, queste, Signore e Dio, vi raccomando, e non l'incarco mio.

Allora il frate con tono supplichevole, Sono tutti furfanti e assassini quelli che chiudete nelle vostre prigioni? E con loro confusi non gemono forse altri, non dirò rei, ma accusati di trame contro la vostra autorit

Tanta e amara che poco è più morte Ma per trattar del ben ch'io vi trovai Dirò dell'altre cose ch'io v'ho scorte. ¶ Per questo bene di che egli trattare intende il dichiarare al mondo la passione de' rei e la gloria de' buoni si considera, la qualit

Sempre onorai quel forte: ad onoranza M'astringon que' magnanimi mortali, Ch'osano concepir l'alta speranza Di sveller d'infra il mondo orrendi mali; Ch'osan, non per vendetta od arroganza Contro a poter di soverchianti eguali, Ma di Dio per amore e delle genti Confonder dell'iniquo i rei contenti.

V'abbondavan dolori, e v'abbondava D'armati rei la vïolenza atroce; Ma mentr'era forte ogn'indol prava, Forte in cor degli eletti era la Croce! Di forza era un'et

Caccianli i ciel per non esser men belli, ne' lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli>>. E io: <<Maestro, che e` tanto greve a lor, che lamentar li fa si` forte?>>. Rispuose: <<Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte e la lor cieca vita e` tanto bassa, che 'nvidiosi son d'ogne altra sorte.

Caccianli i ciel per non esser men belli, lo profondo inferno li riceve, ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che ’nvidïosi son d’ogne altra sorte.

17 E come il padre mio parente e servo ti fu, ti son parente e serva anch'io: e quella invidia e quell'odio protervo il qual io t'ebbi un tempo, or tutto oblio; anzi contra Agramante io lo riservo, e contra ogn'altro che sia al padre o al zio di lui stato parente, che fur rei di porre a morte i genitori miei.

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