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Aggiornato: 6 giugno 2025
Animale! esclama il salsamentario e forse non ha ancor finito di mangiare i due salami che gli ho regalati a Natale! Stamattina, ho fatto colazione al caffè Biffi col dentista B. Entrano due provinciali, un uomo in sulla cinquantina e una signora di mezza et
Hai tu uno zigaretto, mia buona Fidelia? Io ne tengo dei famosi, a me regalati da Speranza, mia sorella d'amore. Zigari alla Rosa? Meglio! Alla vaniglia! Meglio ancora! Al gelsomino? Fatene la prova, e giudicate. E Fidelia si levò dalla tasca un astuccio elegante, dal quale estrasse alcuni zigari bianchi come avorio, che distribuì alle compagne.
Ella faceva sbocciar sulle sue spalle del Cachemire, cui io non le aveva mai regalati. Ella innestava ai suoi polsi, alle sua dita, alle sue orecchie, e dovunque, dei gioielli, cui io non aveva mai avuto la tentazione di comperare. Ella faceva fiorire sul bel suo corpo delle vesti magnifiche, cui io contemplavo solo con ammirazione negli étalages a cinquanta mila franchi lontani dalla mia borsa.
Con i sei carlini che Don Diego le aveva regalati, ella aveva comprate delle ciabattelle, del sapone, non so che domine altro; l'acqua aveva fatto il resto. Mentre Concettella scopava la camera e spolverava i mobili, Don Diego la seguiva di uno sguardo lento e meditabondo. Quando lo ebbe finito, e' la mandò a comperare qualche cosa per preparare di desinare.
V'era lo scaffaletto da ninnoli, con dei minerali preziosi e degli uccelli imbalsamati; v'era il piano, a coda; v'era la tavola con dei mostri cinesi, degli albi di famiglia e dei libri regalati dai giornali cui il signor Folengo era abbonato; v'eran quegli oggetti e quei mobili volgari, che disposti in qualunque modo, messi sotto qualunque luce, formano sempre un solo tipo di casa, producono sempre una sola impressione.
La Beppina avvertita in tempo di questa visita aveva messo in ordine la povera dimora, e li aspettava ansiosamente fingendo di lavorare, seduta davanti al balcone, adorno di alcuni vasi di fiori, che le erano stati regalati da Stefano.
Un pensiero gentile?... Mi basta. Tutti Carsanti Giannetti Piuttosto, vediamo un poco questi orecchini magnifici di cui l’amico Carsanti ci ha molto parlato. La commissione di vigilanza è sopra luogo e deve procedere alle debite osservazioni. Verani, Fonseca, Maturi Sicuro, sicuro! Clelia Ah, sì, gli orecchini che Gerardo mi ha regalati per la mia festa? Vedrete: sono una bellezza davvero!
Ah!... ecco la signorina Clelia. Clelia Male, Mario mio! Le cose vanno male! Ma non te ne affliggere.... Mario Si direbbe che vanno bene: hai fatto perfino una provvista di fiori. Clelia Me li ha regalati.... Mario Chi? Clelia Un bel giovanotto. Ah! ah! ah! Che vento ti ha portata da questa parte? Mario
Io avevo espresso, un giorno, tutto questo e la testimonianza della sua tenera ed instancabile collaborazione in una dedica del Nabab, che mia moglie non ha voluto permettermi di pubblicare e che ho conservato soltanto in una dozzina di esemplari regalati ad amici.» Ella, alla sua volta, ha svelato con grazia squisita il segreto della loro collaborazione: «La nostra collaborazione?
I cuginetti erano belli, sani, ben vestiti, accarezzati, regalati d'ogni ragionevole divertimento, sempre lieti e concordi, e paragonando a loro sè stesso, infermiccio, sgraziato, male in arnese, maltrattato, ignorante, ineducato, goffo, Emilio Lograve si struggeva d'un'invidia tanto più amara quanto più dissimulata.
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