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Aggiornato: 19 giugno 2025
Uno scoppio di risa vive e sguajate secondò ed interruppe quel racconto; nel più vivo delle quali appunto ecco entrare Ramengo. Quanto mi pagate, ed io colla mia polvere di biribara, vi fo comparire qua in petto e in persona Ramengo da Casale?». Luchino non mostrò nè meraviglia, nè piacere; gi
Ramengo, scavalcato, bussò risoluto alla mal chiusa portella; un cane alzò subito vivi latrati: la donna di dentro abbandonando il fuoco e rompendo a mezzo un'Ave Maria, corse ad alzare il saliscendo, gridando: È lui: è Omobono: entra: tu devi essere lavato come un....
Così rispose il ragazzetto, ma poichè il somarello andava più di buona voglia che di buon passo, Ramengo n'ebbe abbastanza di quell'indicazione, e toccò via di trotto serrato, sotto all'incessante acquazzone, finchè alcuni lastroni di macina l'avvertirono del mulino cui era gi
I Pusterla, che avevano lauti poderi nel Monferrato, ed erano per alcun tempo stati feudatarj di Asti, aveano tolto in protezione il padre di Ramengo, acquistandogli credito e posto nelle milizie. Ma persone, la cui vista rammenti il dovere di una gratitudine che non si ha, divengono esecrate al malvagio. Ramengo, cresciuto con cuor tristo, se al mondo un n'era, uno di quei cuori per cui è necessit
Divampò alla notizia Ramengo, persuaso che colui fosse il Pusterla, il quale continuasse in tal guisa la tresca colla donna sua per fargli scorno.
Più Ramengo non sapeva dubitare che la Rosalia nol tradisse: chi fosse il complice suo, l'argomentava; i sospetti vaghi erano ormai certezza; non restava che un partito solo la vendetta.
Ramengo era detto da Casale appunto dal luogo donde nasceva nel Monferrato, e donde, bambino in fasce, era stato portato via nel 1209, quando quella terra si era ribellata a Matteo Visconti per darsi a Giovanni marchese di Monferrato ed ai Pavesi. Il padre di lui, soldato di ventura, senz'altra ricchezza che la spada, era venuto a Milano a procacciare sua ventura al soldo dei Visconti. Morto poi nelle battaglie, sulla stessa via lo avea seguito Ramengo, siccome l'unica nella quale sperasse acquistar nome e ricchezze, e contentare l'avara ambizione che lo struggeva. Nè il sollevarsi era difficile cosa in quei tempi agitati, quando Dante si lamentava che diventasse un Marcello ogni villano, il quale venisse parteggiando. Che se ognuno non avesse in pronto esempj di subite fortune, potrei ricordare Giovanni Visconte da Oleggio, povero fanciullo, raccolto di quei di appunto dai Visconti, e messo chierichetto in Duomo, poi fatto cimiliarca, poi podest
Poco tempo dopo ch'ella fu risanata, era sull'imbrunire d'un giorno di maggio, bel tempo, quieto; il primo calore rendeva grazioso il soffiare dell'aria vespertina, e Ramengo disse alla moglie: Vedi bella sera. Che non usciamo noi a far due passi? te ne dovresti trovar meglio».
Ma questa commiserazione, questi encomj, ben altro suono facevano a Ramengo. Non gi
Mentre il carnefice, rimovendo la raschiatura inzuppata di sangue, e collocando nella bara il tronco esanime, che sotto al suo piede aveva cessato il doloroso vibrare, esclamava «E uno». Ramengo, girando la vista, si trovò dinanzi il soldato sconosciuto, che con coraggio cupo e taciturno montava sul patibolo.
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