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Aggiornato: 25 giugno 2025


Nella stanza da pranzo le ragazze aspettavano il babbo per mettersi a tavola. L'Elena aveva quattordici anni, e pareva gi

Così avvenne che all'ora della colazione, di sedici frati che vivevano a San Bruno, non ce ne fossero in refettorio che quattordici. Il padre Prospero e il padre Adelindo erano andati fuori, e la campana del refettorio non aspettava nessuno. Ma, che diavolo? Non erano neanche quattordici, i presenti. Oltre quei due, che il priore non s'aspettava di vedere a tavola, mancava anche il padre Agapito.

In quei giorni sui giornali di Bologna si leggeva il seguente avviso: «Chi potesse dar notizie d'una giovinetta sui quattordici anni di statura media occhi e capelli neri viso regolarissimo svelta e robusta della persona, infine di bellezza piuttosto rara, non solo sollever

Il giorno in cui i Volontari da Bologna si dirigevano verso Ravenna, un ragazzo sui quattordici anni avvicinava la staffa del Comandante e diceva: «Comandante arruolatemi tra i vostri militi» «Come vuoi arruolarti, bambino.

Quattordici i numeri del periodico, quattordici i dialoghi, occupanti sempre o quasi sempre tutte le otto paginette, all’ultima delle quali era fatta la grazia d’una breve notizia di agricoltura, un appunto, o un consiglio di medicina.

crederanno di udire la voce del colonnello De-Cristoforis morto sulle alture di Dogali, e imitando il suo eroismo le presenteranno. Sono passati quattordici mesi dalla caduta. Mi sono alzato, ho zoppicato, sono stato due volte nell'estate ad Abano.

La signora non vorrebbe andare, a Dusiana. Le occorrerebbe un'ora almeno per vestirsi. Inoltre, è un brutto giorno; un tredici. Lo dice ridendo, ma lo dice. Io rido con lei, e la conforto ad andare. Il tredici secondo me non è altro che un numero il quale ha il torto di venire dopo il dodici e prima del quattordici. Del resto, non a tutti dispiace, non a tutti porta sfortuna.

Con fatta gente a valicare lo stretto si apprestava re Pietro, saputo l'indietreggiar de' nemici, quando l'ambasceria di Reggio l'affrettò, che il appresso che fu il quattordici di febbraio, navigava a quella citt

La mia penna era il mio feudo il più reale, e mi produceva diecimila lire all'anno, senza pagare un soldo d'imposte al rapace signor conte Bastogi. Poi indrogavo i miei malati nelle ore di ozio. Tutto contato, installato ove io mi ero, il mio piccolo cervello mi metteva in misura di rosicarmi quattordici o quindicimila franchi l'anno. Mica male! sclama mia moglie sorridendo.

Mentre anch'io, come tutti gli altri, ammiravo la bella riuscita del corteo e lo stupendo insieme del gruppo dei veterani, per via d'antitesi ricordavo un caso di luminaria andata a male saranno ormai quattordici o quindici anni nel modesto quanto ignoto comune di Crescimbeni, sul Nervia.

Parola Del Giorno

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