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Aggiornato: 16 luglio 2025
PANFAGO. E se ben, innamorato di quella puttana, la poteva aver con alcuni dinari, Pirino e Forca, per maggior vostra beffe e per ridersene fra loro alla sgangherata, se hanno voluto servir de' vostri dinari: eccoli scelerati contro voi, ingiuriosi contro me e profani contro Iddio. FILIGENIO. So che tutto è vero quanto dite, e conosco che tanto eglino sono stati astuti quanto io sciocco.
Herr Philologus ha riscosso allora, nelle adipose budella, il vecchio sentimento tedesco, e ha cominciato a largire ai profani interpretazioni estetiche. Abbiamo visto di che risma: e, sempre a richiesta dei filologi increduli, eccomi pronto a moltiplicare gli esempî.
Domenica avremo la cerimonia religiosa: poi i giuochi profani, cioè il tempio di Bacco con zampilli di vino, la corsa nel sacco, il ballo popolare, e a dopo pranzo, ancora il ballo, la lotteria artistica, i fuochi di artifizio, il falò. Un complesso da far strabiliare i bagnanti d'Andorno e di Cossilla. Ma bene! ma bene!
Ma lasciatemi; devo predire la sorte ad una vaga fanciulla. Indietro adunque, o profani, o che io con questa bacchetta vi cangio tutti in vipere, rospi, cani, gatti e in qualche cosa di peggio. La folla rise, e alcune altre maschere si misero a noiarla.
Dell'amor divino; rispose Albertina, a cui la domanda era rivolta. Non hai sentito, quando l'annunziava? No, mi ero forse distratta.... pensando a tutte l'altre belle cose che aveva finito di dire. La predica dell'amor divino fu un inno in prosa, e frammezzato di versi. Quel diavolo d'un frate ci aveva quel giorno tutti testi profani.
Dunque, o profani, avete inteso bene anche questa volta? I poeti greci sono grandi, ma sono anche remoti; e per intenderli occorre l'aiuto dell'ermeneuta. Eccolo, l'ermeneuta. Mentre voi, dinanzi a quella portentosa fantasia tragica, raccapricciate, mirando le mani insanguinate del matricida, l'ermeneuta viene, barbone e occhiali, e vi susurra misterioso all'orecchio: Attento bene, o profano!
Te l'ho pur detto, il mio gabinetto dev'essere eguale a quelli delle donne turche; non ci voglio profani. Quel fiore, ah! quel fiore.... invano tu speri guarirmi della mia tristezza; se tu sapessi.... O mia padroncina, perdonatemi, esclamò ad un tratto Mary, tante bugie non le posso dire; e poi dirle a voi mi parrebbe doppio peccato mortale. Dunque? Dunque quel fiore mi è stato dato.
¹ Avere il cervello fatto a orioli. Tecnicamente, potrebbe essere un granchio, ma discorrendo secondo la effettiva sensazione provata e spiegata da Alfredo, non si potrebbe in altra maniera risolvere il problema. Perciò non crediamo sufficente la denominazione semplice di fenomeni nervosi. Più giusta forse, ma meno chiara ai profani.
»La gioia dei profani » È un fumo passeggier. Mi desto di soprassalto è sento di nuovo suonar delle trombe; credo sul principio che ciò non sia che un giuoco della mia alterata immaginazione: aguzzo l'orecchio, vò alla fine-* stra, la schiudo... Non ci è che dire... sono trombe che ci chiamano un'altra volta a raccolta Ci siamo, dico tra me e non senza imprecazioni, mi ricingo la durlindana e scendo in mezzo alla via.
Avevo sul pianoforte il metronomo per misurare il tempo. Il mio maestro non mi parve più animato di quello strumento. Avrei giurato che aveva una complicazione di ruote e d'ingranaggi al posto del cuore, e la sua bellezza mi lasciava fredda come la bellezza d'un fantoccio. «In fatto di musica egli apparteneva a quella scuola che i profani chiamano dell'avvenire.
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