Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 23 maggio 2025
Vidi l'umido labbro e pur procace Lo sguardo per lussuria semispento, E il ciglio pien di volont
Però, sempre, avea quella vaghezza di mostrare in pubblico ora il suo seno, ora le sue spalle, ora le sue braccia, ora perfino, con studiato pretesto, una parte della sua gamba. Una sera, per recarsi col principe ad un ballo, dato in Napoli dall'ambasciatore inglese, ella si era acconciata da Ninfa. Molti fiori su la testa: una ghirlanda di fiori, a tracolla, che le ricingeva per sghimbescio tutto il suo bel corpo: alcuni tralci di edera soltanto le coprivano il seno, la cui robusta bellezza attirava ogni sguardo: e quel seno procace, palpitante, era toccato da una morbidissima pelle di tigre, che parea carezzarlo e ne facea risaltare la bianchezza. Questa pelle di tigre era cinta alla vita: e su la spalla destra era fermata da tralci di bellissime rose artificiali. La pelle della tigre scendeva poi sin oltre il ginocchio e copriva la gamba destra fin quasi al coturno che essa calzava; la gamba sinistra rimaneva quasi scoperta e si vedea la maglia, che ne disegnava le linee schiette e vigorose. Il principe, quando la vide in tale acconciatura, rimase estatico: essa era una stupenda baccante: poi si dette a gridare ch'egli non l'avrebbe accompagnata alla festa, in tal modo. Il dissidio domestico durò circa un'ora: la principessa usò di tutte le arti, di tutte le sue blandizie: il principe ora le facea una carezza, la baciava, ora la rimproverava: un istante si gettava a' suoi piedi, poi subito tornava di malumore: ci fu un punto in cui la principessa gli mormorò una parola: lo trasse a sè: e parve che egli, ad una condizione, le promettesse sottoporsi alla sua volont
La callotta gliel'aveva regalata lei; e gliel'aveva ricamata lei, colle sue manaccie grasse, la procace gallinona; e gliel'aveva imposta lei sul capo, per levar a Filippo quella sua aria da scapato, tanto adorabile a quattr'occhi, ma troppo biricchina in istudio, giacchè la stonava maledettamente colla gravit
L'eleganza di Laura Uglio era capricciosa, troppo spesso procace; se le risa della donna mi giungevano alle orecchie, mi parevano alte e sguaiate e m'irritavano contro Giorgio, ch'era così buono da permetter simile contegno a chi portava il nome di lui. Non sono ben certo delle impressioni che il mio atteggiamento suscitava in Laura.
Sentiva che una mano cercava la serratura della porta. Forse era un ladro! Lina pensò di domandare: chi è; di urlare, di chiedere aiuto, se non avesse risposta. Chi è? domandò la procace ragazza, tutta tremante, accostandosi in punta di piedi alla porta. Io... Lina... io! rispose sommessamente una voce a lei nota. Era Lucertolo! La ragazza stette un po' perplessa, se dovesse o no aprire.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca