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Aggiornato: 26 giugno 2025
A quelle parole che finalmente svelavano il pensiero del gesuita, un lampo di sdegno illuminò il volto della marchesa di Priamar. Si rizzò in piedi, con piglio di regale alterezza; ed egli del pari si alzò dalla scranna, ma calmo e sicuro, guardandola fissamente, come un giudice il reo.
Ma allorquando egli udì che si beveva alla sua salute, che quella gran dama della Priamar aveva cortesemente alzato il bicchiere ad onor suo, che Sua Eccellenza si degnava di toccare con lui, che sguardi e parole amorevoli lo sfrombolavano d'ogni parte, fu un altro paio di maniche. Bisognava parlare, egli lo vedeva. Parlare! Ma che cosa avrebbe egli detto?
La casa della marchesa di Priamar, come abbiam detto a suo luogo, era un ritrovo di gente posata, magistrati sputasentenze, dame contegnose, nobili parrucconi e simiglianti, tra i quali ella regnava, legittima Aspasia di quel fastoso consorzio. Le smancerie degli abati, le riguardose tenerezze dei vecchi Alcibiadi, le dicevano che era tenuta per bella; il che non guasta mai. Le dame anche più apertamente la decantavano bellissima, poichè non rapiva loro gli amanti, e la sua vanit
Povera madre! Nel quale è detto perchè la signora Marianna sapesse di tabacco. Quello era un gran giorno per Bonaventura Gallegos. Ogni cosa gli andava a seconda. Però egli uscì di casa Priamar con occhi fiammanti; scese le scale stropicciandosi le mani, e s'avviò verso il palazzo Vivaldi, dov'era il suo quartierino, col passo spedito d'un giovinotto di ventiquattr'anni.
La marchesa di Priamar sentì come uno schianto al cuore. L'affetto di madre palpitava l
Apriamo, noi che lo possiamo ad ogni ora, le opere di Sant'Agostino alla lettera P, nel dodicesimo volume, e troveremo il nome della marchesa Lilla di Priamar che vi era citata come una delle più ragguardevoli dame del suo tempo. Bella, arguta, assai corteggiata, questo dicono le note della societ
Ma il disegno era più che ardito, temerario. Come lo avrebbe accolto la vedova marchesa di Priamar? Dato il caso che, con un pretesto difficile a trovarsi, egli avesse potuto giungere fino a lei, come avrebbe potuto entrare in materia senza farla arrossire, e senza farsi mettere alla porta?
Da questo lato adunque tutto volgeva a seconda. Ma il guaio era dall'altro. Dopo l'accaduto del giardino, la fanciulla di casa Salvani era stata trasportata all'infermeria del monastero; le era sopraggiunta la febbre, e colla febbre il delirio. Da alcuni giorni si era alquanto rimessa in salute; ma la poverina era tuttavia così debole, che non poteva scendere in parlatorio, e la marchesa di Priamar non trovava modo di condurre innanzi il negozio. Avrebbe Maria consentito ai suoi disegni? Sì certo. Non le era uscita di bocca la nobilissima promessa, che ella non avrebbe infamata la memoria di sua madre, se morta, nè fatta arrossire quella povera donna, se viva? Egli, adunque, che faceva assegnamento sulla virtù come sul vizio, era sicuro dell'esito; ma vedeva andar la cosa per le lunghe, e ciò lo metteva in pensiero. La marchesa Lilla, saputo lo stato della fanciulla, era in una ansiet
Basta; per non dirne altro, al tempo in cui l'anonimo cronista deponeva la penna, la marchesa Lilla di Priamar non era più annoverata tra le signore di cui mettesse conto indagare la vita e celebrare i miracoli. Ella era citata in quella vece come una dama di specchiata piet
Ai nostri lettori, i quali non hanno dimenticato Lilla di Priamar, traveduta a mala pena dalle indiscrete pagine di un antico carteggio amoroso, non sar
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