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Aggiornato: 29 maggio 2025


E di tempo in tempo, mandava qualcuno de’ suoi all’almirante, che era rimasto sullo scafo della Santa Maria, per pregarlo di non prendersi fastidio dell’accaduto, che egli volentieri gli avrebbe donato in compenso tutto ciò che possedeva. Così passò per Cristoforo Colombo la mattina del Natale. Intorno al meriggio ogni cosa era al lido; e dal lido, a braccia d’uomini, era portata al villaggio.

Ettore non chiese oltre; io pensai d'aver fatto male a confidarmi con lui; egli non aveva capito quanto m'urgesse di conoscere il vero stato di Laura, dalle mie confidenze ipocrite e timorose.... Avrei voluto pregarlo di non partire con noi, di trattenersi a Milano finchè ogni pericolo fosse svanito per Laura: dieci volte in quel giorno mi avvicinai ad Ettore per parlare, e dieci volte ebbi paura delle conseguenze. Dovevo necessariamente confessargli quel ch'io sentiva nell'animo, ed era così grave la confessione da farmi pentire d'aver gi

Egli si era fatto aprire senza rumore il cancello del fondo, e si avanzava cautamente nel camerone, mentre Petronio aveva tutta rivolta la sua attenzione verso Monti. E questi seguitava a pregarlo che gli desse qualche notizia della sua famiglia, e lo togliesse da quella insoffribile ansiet

Ed io vado a Demofilo a pregarlo che voglia esser contento, tanto che ti riabbi d'esto male, che ti stia qui. FRONESIA. In vero, m'ha ben cera d'uomo da bene: me ne crepa il cuore. Tristo a quel che si truova in tal disgrazie sbandonato da tutti! Cosí suole far la fortuna: nulla è, in questo mondo, di fermo che 'l ben far. Par che simigli una persona e non saprei dir chi. Ecco 'l messer.

Quel e i seguenti spese a metter in regola le poche faccende della famiglia; parlò col signor Lorenzo, a cui volle confidare l'ultimo frutto de' suoi guadagni di quell'anno; finalmente andò anche dal pittore Costanzo, a pregarlo d'informarsi qualche volta de' suoi, e di dargliene poi notizia, quando fosse lontano.

Invece, dopo la scena avvenuta nella camera del principe, donna Camilla stabilì di scrivere al Rosati e di pregarlo di passare da lei il giorno successivo, servendosi del pretesto dell'Orfanotrofio per amicarselo e avere da lui tutte le notizie che desiderava sul giornale e su Maria.

Lo ricevettero con degli urli e dei gesti minacciosi. Lo accusarono di essere «causa di tutto il male» e lo coprirono di villanie. L'eccitamento divenne così intenso che i capitani dei carabinieri e della fanteria dovettero pregarlo di ritirarsi. Gli ufficiali, con delle buone parole, cercavano di calmarli. Promettevano loro tutto, compresa la giustizia.

L'ottimo prete chiedeva di avere con lui un abboccamento: si trattava di cosa delicata, risguardante lui stesso e Loreta Lambertenghi: era costretto a pregarlo di venire in Udine non potendo egli, in causa di malferma salute, recarsi al paese.

Passò in questo modo buona parte del tempo, e non pareva che in quella notte si avesse a dare, come soleva il costume, qualche trattenimento di musica o di poesia, quando i nostri tre interlocutori videro che s'erano stipate molte persone intorno a Lodovico Ariosto, e persistessero a pregarlo di cosa di cui egli si schermisse. Ciò di fatto era vero.

»Le avevo parlato tante volte di mia sorella, ma egli non mi aveva mai detto di sapere dove fosse. »Eppure io sono convinta che conosceva da parecchio tempo la sua dimora. E dev'essere stato lei a pregarlo di avvertirci. »La poveretta si vergognava di una disgrazia che l'era accaduta.

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