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Aggiornato: 28 maggio 2025
Il guardaportone, senza aprir bocca, brandi la mazza con gesto da re di corona e accennò al Rosati il phaéton attaccato che aspettava il principe, e quindi riposò in terra la mazza e riprese a guardare con occhio sprezzante la gente che passava a piedi.
Mi scordava di dire che il signor Bruto è il favorito bracciere di madama Concetta; ed è una gioia il vedere la damina, un dì bettoliera, oggi in un superbo legno a quattro ruote ed a due bei cavalli inglesi, con servi e cocchiere in serpa e cacciatore dietro, due o tre pellicce o cappotte, due o tre canini pomeri seco sdraiati sui cuscini di raso del phaeton, dare le occhiatine al ganzo che galoppa al fianco del legno su cavallo arabo riccamente bardato.
Sì, gridò amaramente il Collini, perchè possa pagare il phaeton testè comperato a Milano; perchè si possa cavare il ruzzo di avere i due cavalli inglesi del principe Sobinski, e di sfoggiarla da gran signore sulla strada di Quinto....
Serminelli, dal Caruso e dal Massa, traversò la sala dove echeggiarono della grida stanche e rauche di "Evviva il nostro candidato" e accommiatatosi da tutti salì in phaéton, prese le briglie di mano al cocchiere e, invitato il Rosati a sedersi accanto a lui, toccò con la punta della frusta i cavalli, che partirono al trotto.
Era quasi notte quando il phaéton si fermò sulla piazzetta dinanzi all'osteria, gi
Infine ho incontrato Maria, Clara, Margherita, Teresa, Vittoria; Giorgio era solo, nel phaeton; Paola mi ha fatto segno se ci vedevamo stasera, le ho risposto di sì. Ci vieni tu? Sì, dopo il pranzo. Bravo! Ci sono restata troppo, a Villa Borghese, non mi accorgevo che era notte, poi sapevo che avrei pranzato sola. Brutto cattivo che sei!
Ti avevo detto che non era una giornata, da fidarsi cominciò a gemere donna Ines, che sedeva a fianco del conte sull'elegante phaeton, Ma parlare con te e parlare col muro è lo stesso. Brava, se i Castagnola ci aspettano..... Si doveva mandare un telegramma, o partire col legno grande e col Giuseppe. Che Giuseppe d'Egitto..! brontolò il conte molto seccato. Intanto rovini il legno e i cavalli.
Milla tenne dietro, sino oltre il cancello del viale all'elegante phaèton che, guidato dal Duca stesso, s'avviava verso la stazione. Poi tornò indietro, asciugandosi gli occhi un po' rossi. Si fermò a terreno e mandò a chiamar Drollino. Senti, Drollino, gli disse appena se lo vide davanti, serio e muto come al solito, di devi fare un piacere.
Ora poi sarei curioso di sapere ciò che pretendi fare di quella bestia, tu che non hai mai voluto saperne di cavalcare. Ah! rispose Milla, lieta del suo mistero. Non importa, lascia fare a me!... L'attaccherò alla giardiniera, e imparerò a guidare. Uhm! disse il Duca è troppo forte per la giardiniera, andrebbe meglio col phaèton. È ancora una buona cavalla.
Nella galleria lo attendeva il suo cameriere per infilargli il soprabito e presentargli i guanti, il bastone e il cappello. Don Pio, calmo in apparenza, dette alcuni ordini, scese le scale inchinato dai servitori, e dopo essersi seduto nel phaéton prese in mano le redini dei cavalli e uscì dal palazzo.
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