Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 5 luglio 2025
Petronio se ne stava in piedi sull'uscio, col mazzo delle chiavi in una mano e la berretta nell'altra, aspettando gli ordini del signor giudice. Il pover'uomo, guardando quella faccia torbida e buia, rabbrividiva non più per sè, ma pei disgraziati, la cui sorte pendeva dall'arbitrio di quell'uomo e dei suoi padroni. L'inquisizione del processo.
Due strade: l’ostensorio ed il bicchiere di Sciampagna; Petronio e San Francesco; la Maddalena e Manon Lescaut... Due strade. In entrambe manca il senso definitivo.
Era lui che mandava quel lamento. Sempre così questo povero Monti! Ah! è proprio vero! egli riposa meno ancora di me. Poi il dabben uomo richiuse il finestrino, e passò dall'altra parte del camerone, dove aprì un simile sportello, e guardò dentro a un'altra segreta. Era quella di Curzio. Quest'altro invece se la dorme in pace! pensò Petronio. Beato lui! Se potessi fare lo stesso anch'io!
Dietro a lui si schierarono in due file gli altri tutti coi cappucci calati sul volto e i ceri accesi in mano, continuando il loro canto funerario. Due di essi si staccarono dal nero drappello, e, uniti al secondino Petronio, andarono a prendere Gaetano Tognetti nella sua segreta. Lo trovarono che dormiva: lo risvegliarono, e gli annunziarono che si avvicinava l'ora della sua morte.
Egli si era fatto aprire senza rumore il cancello del fondo, e si avanzava cautamente nel camerone, mentre Petronio aveva tutta rivolta la sua attenzione verso Monti. E questi seguitava a pregarlo che gli desse qualche notizia della sua famiglia, e lo togliesse da quella insoffribile ansiet
Fate venire alla mia presenza il detenuto Curzio Ventura, disse il giudice a Petronio, che uscì immantinente, scegliendo una fra le chiavi del suo mazzo. E voi, soggiunse volgendosi a Passerini, voi, signor cancelliere, cominciate a intestare il costituto.
Tutto compreso da quella pena, tanto orribile pel cuore di un marito e di un padre, Giuseppe Monti non dava segno di vita; soffriva pazientemente la durezza del carcere, e solo ad ora ad ora, quando le torture del suo pensiero si facevano più insoffribili, mormorava a bassa voce queste sole parole: Povera mia moglie! poveri miei figli! Il secondino Petronio.
In quel momento, quasi a smentire l'assertiva del carceriere, un lungo, penoso gemito uscì da una segreta vicina, la cui porta si apriva appunto in quel camerone, dov'era Petronio. Chi è? cos'è stato? esclamò egli. Sar
Nella sera di quel giorno in cui avvenivano nel palazzo del principe Rizzi le scene narrate nei capitoli precedenti, il secondino Petronio si trovava di guardia in un camerone interno delle carceri; toccava a lui di vegliare per tutta la notte in quel luogo. Il buon uomo si aiutava col tabacco da naso e con quello da fumo, contro il sonno che minacciava d'invaderlo.
E a Petronio, ch'era di ritorno, al solito, col mazzo delle chiavi e la sua berretta nelle mani: Animo, disse, andate a prendere il detenuto Curzio Ventura. Una carrozza si fermò in quel momento innanzi alla porta delle Carceri Nove. Era la principessa Rizzi, che giungeva con Maria Tognetti.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca