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Aggiornato: 5 luglio 2025


E Petronio uscì inchinandosi, e chiuse l'uscio. Come vi chiamate? chiese poscia Marini al detenuto. Mi avete interrogato un'altra volta, rispose Curzio con piglio sprezzante. Il mio nome vi è noto. Il giudice processante, vedendo che incontrava del duro, si atteggiò al sembiante della dolcezza. Egli sapeva assumere modi e parole diversi, secondo l'indole dei detenuti da esaminare.

Io vi dico che non so niente. Ah! se volete dirlo, lo sapete. Abbiate compassione di un povero carcerato; che io sappia almeno se mia moglie è in salute, se è libera! Il povero Petronio, che non era assolutamente della stoffa, con cui si fanno i carcerieri, si sentiva ammollire il cuore, e non sapeva come fare a resistere alle preghiere del prigioniero.

Ma sentite: voi siete il giudice, io sarò il condannato; ebbene, io mi sento tranquillo nella mia coscienza; dite voi altrettanto, se lo potete! Riconducetelo nella sua prigione, urlò il giudice, e se parla ancora domatelo colle nerbate. Petronio accorse, e preso per un braccio il prigioniero, lo trasse alla segreta, mentre col ruvido dorso della mano si asciugava una lagrima.

E questo aggiunse con un gesto di ripulsione, con cui pareva dicesse le parole sacramentali degli esorcisti: Vade retro Satana! Suonava appunto la mezzanotte, nel momento in cui Petronio rinserrava coi chiavistelli la segreta, ove era rientrato Tognetti. È mezzanotte! disse il cancelliere, sollevando per la prima volta la punta del naso dalle sue carte, e guardando il suo principale.

Monti aguzzò lo sguardo, fissando il volto di Petronio, attraverso le sbarre del finestrino: e cercava d'indovinare in quell'oscurit

Ed amava tutti i giovanotti indistintamente». La prostituzione pederasta esisteva a Roma fianco a fianco colla prostituzione femminile le leggi l’autorizzavano. Petronio nel Satyricon racconta scene concernenti simili sregolatezze. Il vizio si era materializzato e rigettava ogni specie di pudore.

Gli era venuta la fantasia di far erigere una sua statua di colossale grandezza, nella quale era rappresentato come un Dio, nel santuario di Gerusalemme; avendo saputo che il popolo ebraico, solo al mondo, s'era rifiutato di rendergli gli onori divini, ordinò dunque, a Petronio, governatore della Fenicia, di compiere il suo desiderio.

La grossa persona del signor Bancone siede in capo alla tavola in un seggiolone a bracciuoli: e, come il Trimalcione del famoso festino di Petronio, anima i convitati a bere e i domestici a servire, mentre per impiacevolire viemmeglio coi discorsi il banchetto non trova nulla di più acconcio che parlare di , delle sue fortune, e fare con poca modestia il suo panegirico. Vezzo di parvenu. Dei personaggi che fanno corona al superbo anfitrione non ce ne sono che due, i quali hanno alcuna cosa da fare colla nostra storia: il primo è Gustavo Pannini, il secondo è un medico di cui abbiamo gi

Fate venire l'accusato Gaetano Tognetti. Tognetti dormiva, e fu risvegliato dalla voce e dalla mano di Petronio, che lo scuoteva. Chi è? mia madre? gridò l'infelice giovane, svegliandosi all'improvviso. Altro che mamma! c'è qui il giudice che vi aspetta. E che vuole il giudice da me? Vuole esaminarvi. Proprio adesso che stava dormendo. Maledetti! non ci lasciano riposare nemmeno alla notte.

Cleopatra e l’amica di Petronio mi fanno sorridere quando penso a Madlen Green. Povere belle donne d’una volta!... ormai servite al cinematografo, per sollazzare gli ozi domenicali delle nostre ancelle, che al buio sopportano con brividi la mano dell’innamorato contrabbandiere...

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