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Aggiornato: 9 giugno 2025
In Italia non fu minore la impressione; e fu vivissima se si tiene conto dell'infrollimento, dello accasciamento degli italiani. Non si trovarono giornali, compresi gli ufficiosi, che poterono lodare o giustificare giudici e sentenza; e tutti manifestarono lo stupore, il rammarico la indignazione. Innumerevoli e vivaci furono le proteste e agitazioni; i condannati venne deciso, che verrebbero portati dapertutto nelle elezioni comunali e provinciali: De Felice e Petrina vennero gi
Conscio di questi due pericoli, a Messina prima, in una visita al Fascio dove ebbi consenzienti Petrina e Noè e poscia a Marsala in un pubblico discorso col plauso consenziente dei convenuti e di molti che sono stati poscia condannati iniquamente come promotori di disordini (tra i quali il Montalto) avvertii i pericoli, che minacciavano il moto dei Fasci, il quale paragonai ad un pendolo che, oscillando corresse pericolo di infrangersi, ad un estremo, in uno scoglio su cui stesse scritto: rivolta e all'altro, in un altro su cui stesse scritto: dissoluzione, e caldamente raccomandai a coloro che guidavano il moto di sapere scongiurare tali due opposti pericoli. E nel senso su esposto dissi che l'on. Giolitti erasi reso benemerito colla sua azione delle nascenti associazioni dei lavoratori; la qual cosa a un suo paladino l'on. Nasi parve un paradosso o una contraddizione mia, perchè gi
«Bel modo di mandare in galera i galantuomini!» esclama dalla gabbia il povero Nicola Petrina fremendo al pensiero che nella terza Italia si fosse tornati ai tempi della onnipotenza delle delazioni segrete.
Petrina, ironicamente, parla da commendatore alla Tanlongo in senso monarchico; e la polizia induce che se mutossi discorso è segno che il soggetto della discussione precedente era criminoso. Cipriani risponde a De Felice questo e quest'altro? e il pubblico accusatore induce che De Felice avr
<<Ed ella i passi vostri in bene avanzi>>, ricomincio` il cortese portinaio: <<Venite dunque a' nostri gradi innanzi>>. La` ne venimmo; e lo scaglion primaio bianco marmo era si` pulito e terso, ch'io mi specchiai in esso qual io paio. Era il secondo tinto piu` che perso, d'una petrina ruvida e arsiccia, crepata per lo lungo e per traverso.
La voce pubblica afferma che Petrina in un dato giorno si trovava in Palermo a cospirare col Comitato dei Fasci, ma il signor Restivo viene a deporre, che proprio in quel giorno il Petrina stava nel suo ufficio di Procuratore del Re in Messina, per cose che interessavano la giustizia, e si può non credere ora alla ubiquit
Gli elementi più serî, a prima vista, sono le lettere di Cipriani a De Felice e a Petrina; molte rimontano al 1890, al 1888; ma di tutte l'uno e l'altro fecero un minuzioso esame, che distrusse le induzioni dell'accusa, come si vedr
Se alcuni dei capi conoscevano le teorie di Marx e alcuni le avevano studiate con amore e le spiegavano con molta chiarezza, come il Montalto, il Barbato, il De Luca, il Petrina, ecc.; la immensa maggioranza dei soci dei Fasci, per non dire la totalit
Il regio Commissario si pone subito all'opera e nello stesso giorno fa arrestare i membri del Comitato Centrale dei Fasci: on. G. De Felice Giuffrida, Avv. G. Montalto, avv. Francesco De Luca, e Nicola Petrina. Un membro del Comitato, l'avv.
<<Ed ella i passi vostri in bene avanzi>>, ricomincio` il cortese portinaio: <<Venite dunque a' nostri gradi innanzi>>. La` ne venimmo; e lo scaglion primaio bianco marmo era si` pulito e terso, ch'io mi specchiai in esso qual io paio. Era il secondo tinto piu` che perso, d'una petrina ruvida e arsiccia, crepata per lo lungo e per traverso.
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