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Aggiornato: 8 giugno 2025
E acquistavano l'oro in queste cose mondane, chi le voleva tenere; ma chi voleva usare la grande perfeczione le spregiava actualmente e mentalmente. Questi ti dixi che observavano el consiglio actualmente, il quale lo' fu dato e lassato da la mia Veritá. Costoro che possedevano sonno quelli che observano e' comandamenti e i consigli mentalmente ma non actualmente.
E se egli v'entra inperfecto, non è però che non possa giognere alla perfeczione: anco vi giogne, volendo exercitare in sé la virtú de l'obbedienzia. Anco la maggiore parte di quegli che v'entrano sonno inperfecti: chi v'entra con perfeczione, chi v'entra per fanciullezza, chi v'entra per timore, chi per pena e chi per lusinghe.
Poi che l'occhio vegghia nel cognoscimento di me e di sé, òra continuamente con orazione di sancta e buona volontá: questa è orazione continua. E anco con l'orazione actuale, cioè, dico, facta ne l'actuale tempo ordinatamente, secondo l'ordine della sancta Chiesa. Questo è quello che fa l'anima che s'è partita dalla imperfeczione e gionta alla perfeczione.
E cosí dico el vizio che tucti si commectono col mezzo del proximo. Repetizione d'alcune cose giá decte, e come Dio promecte refrigerio a' servi suoi e la reformazione de la sancta Chiesa col mezzo del molto sostenere. Ora hai veduto che Io, Veritá, t'ho mostrata la veritá e la doctrina per la quale tu venga e conservi la grande perfeczione.
Questa fu quella cagione che gli tolse la perfeczione de l'obbedienzia e diègli la disobbedienzia; unde gli tolse la vita della grazia e diègli la morte, perdette la innocenzia e cadde in inmondizia e in grande miseria. E non tanto egli, ma e' v'incorse tucta l'umana generazione, sí come Io ti dixi.
None che Io sia acceptatore delle creature, ma del sancto desiderio; manifestandomi ne l'anima in quella perfeczione che ella mi cerca. E questo è in molti e in diversi modi, secondo el bisogno che Io vego ne l'anima propria e ne l'altre creature. Alcuna volta mi cerca ne l'orazione, volendo cognoscere la potenzia mia; e Io le satisfo facendole gustare e sentire la mia virtú.
È vero che termina e finisce la pena, sí com'Io ti dissi; però che, se egli desidera me, esso m'ha in veritá senza alcuno timore di potere perdere quello che ha tanto tempo desiderato. E in questo modo si notrica la fame: cioè che avendo fame sonno saziati, e saziati hanno fame, e di longa è il fastidio dalla sazietá, e di longa è la pena da la fame, perché ine non manca alcuna perfeczione.
E da la imperfeczione debba giognere a la perfeczione: o nella vita mentre che vive, vivendo in virtú col cuore schiecto e liberale d'amare me senza alcuno rispecto; o nella morte, riconoscendo la sua imperfeczione con proponimento che, se egli avesse tempo, servirebbe me senza rispecto di sé.
È ben perfecto a grazia; ma none a questa perfeczione de' sancti miei, che sonno gionti a me, vita durabile, sí come decto è; ché i desidèri loro sonno senza pena, e i vostri sonno con pena. Però che la carne sua era dolorosa e tormentata, e l'anima era beata per l'unione della natura divina.
Raguarda Benedecto con quanto ordine ordinò la navicella sua. Raguarda Francesco con quanta perfeczione e odore di povertá, con le margarite delle virtú, egli ordinò la navicella de l'ordine suo, dirizzandoli nella via dell'alta perfeczione; ed egli fu il primo che la fece, dando lo' per sposa la vera e sancta povertá, la quale aveva presa per se medesimo, abbracciando le viltá.
Parola Del Giorno
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