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Aggiornato: 29 giugno 2025
Egli aveva il proprio pensiero rivolto a Loredana anche in quelle ore, ma la dimestichezza antica con le famiglie patrizie, la necessit
Il principe di Tebe era Tartufe soppannato da Cartouche un duca d'Alba azzimato in Wilberforce! Lo si poteva paragonare a quei bei guanti cui faceva preparare Caterina dei Medici: mortali per chi li metteva! o a quelle lettere di amore che inviavano certe patrizie italiane del XVI secolo: che avvelenavano gli sgraziati che le aprivano!
E rideva dentro di sè, chiedendosi che cosa avrebbero detto quelle patrizie, le amiche officiali, se avessero conosciuto l'umile sua confidente, colei che sapeva farlo sorridere, sapeva parlare come a lui piaceva, sapeva ascoltare e discutere.
Verrá un altro carnovale dicevano le fanciulle, e si consolavano sperando. Sí, verrá, dicevamo noi, e nelle future consolazioni delle fanciulle ci parea di rivivere qualche poco nei tempi andati. Or eccolo finalmente questo sospirato carnovale. Ma dove sono i festini? Le vergini patrizie ballano; le spose, le donne patrizie ballano; le matrone patrizie ballano.
Comecchè io abbia tolto a favellare unicamente dei fatti di arme dello Assedio di Roma, non devo tacere delle donne patrizie o no ma nobilissime tutte che si consacrarono alla cura dei feriti. Taluna di loro poi girò nel manico, e da per sè volle guasta la sua bella fama; anco gli scrittori clericali non si rimasero da turpi contumelie, ma se questi insudiciano non però fanno macchia, ed io con dolore sì ma non senza orgoglio registro, che Cristina Trivulzio principessa venne meno a sè medesima, chi crebbe fu Giulia Modena popolesca. Quando ci fu mestieri panni pei feriti si rinvenne mezzo spedito a procurarli oltre il bisogno; si tolsero carrette, e ad esse dietro parecchi uomini dabbene aggiravansi per la citt
Ei viene, egli si avanza; Ha in cor la luce, l'avvenir sugli occhi! Non firmamenti, o báratri Ma le tende de l'uom son la sua stanza. Voi, che in abietto e vile Ozio distesi, il turpe viver molle Annoverate dal fuggir de l'ore, Schiavi imbelli del core Vostro e d'altrui, larve patrizie, all'opra! Tal giudice v'è sopra, Che a nulla mai quanto a l'oprar perdona. Nè del ceruleo sangue Vi giover
Dopo i primi giorni, nei quali tutta Roma e l'Italia non facevano altro che parlare dell'incendio del teatro e del principe della Marsiliana, e i telegrammi piovevano al palazzo Urbani, e le carrozze patrizie facevano fila davanti al portone per aver notizie di don Pio tutto ritornò nella calma.
Gli anni e la dura prova assennano gli uomini, ed è venuto il tempo che noi tutti ti dobbiamo dar ragione. Il conte tacque; tutti tacevano, il silenzio non era interrotto che dal vento di tramontana che, agitando gli alberi, faceva cadere i flocchi della neve raggelata su quelle teste patrizie. È tardi! disse poi il Palavicino.
Questi funerali i vecchi parrocchiani se li ricordano ancora. Essi si ricordano perfettamente quanti minuti impiegasse il corteo per giungere dal palazzo alla chiesa, quanti preti, quante confraternite, quante rappresentanze civili e militari, quanti servi di casa, quanti gondolieri di famiglie patrizie vi prendessero parte, e che folla di curiosi venisse in coda, donne, ragazzi, pezzenti d'ogni et
Beatrice amava il sole di autunno, i raggi del crepuscolo, e le ombre lunghe dalla parte di occidente. Spesso, in compagnia della cognata donna Luisa, che aveva appreso ad amare come sorella, e reverire qual madre, si piaceva aggirarsi per le strade di Roma seguita dall'uomo nero e da due o più staffieri, giusta il costume delle patrizie romane. Certo giorno, andando esse, secondo il consueto, a diporto, riuscirono alla piazza Farnese: quinci proseguendo per la strada della Corte Savella giunsero nella via Giulia: a met
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