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Aggiornato: 29 giugno 2025
Il giorno di Natale! esclamò l'altro, scuotendosi. Un sorriso di scherno errò sulle pallide labbra del primo. Il Natale t'impone? domandò. Certi ricordi..... Di antiche debolezze, delle quali dobbiamo vergognarci, Io una e tu una. Dove vuoi? Nella chiesa, durante la Messa, o tra la folla che passeggia? Tra la folla. E tu? Io in chiesa. Resta stanotte presso di me.
Agli svolti delle vie, bionde e pallide ragazze, la cui bellezza eguaglia qualche volta la gioventù, poverissimamente vestite, nudi i piedi e le gambe, la capigliatura in disordine, il petto appena coperto, avvicinavano i passanti con voce rauca.
Vedete che dolce morire, senza improvvisi contrasti di luce e di tenebre! I raggi si vanno allontanando man mano dalla terra; poi le nuvole, anch'esse, di rosee si fanno pallide; giunge il crepuscolo.... e tra poco la notte, inavvertita quasi, apportatrice di calma.
Il menestrello ha cantato l'amore delle nobili donne, il valore dei prodi cavalieri molte bionde fanciulle diventarono pallide per lui, e molti visi bruni diventarono di fuoco; egli sorride, ama, canta e parte. Fino a che una gelosa donzella gli d
E noi, come giovani leoni, inseguivamo la Morte, dal pelame nero maculato di pallide croci, che correva via pel vasto cielo violaceo, vivo e palpitante. Eppure non avevamo un'Amante ideale che ergesse fino alle nuvole la sua sublime figura, nè una Regina crudele a cui offrire le nostre salme, contorte a guisa di anelli bisantini!
E che elegante mollezza di versi nelle similitudini semplici e delicate! Prasildo si strugge d’amore: Ma quale in prato le fresche vïole Nel tempo freddo pallide si fano Com’il splendido ghiaccio al vivo sole. Cotal si disfacea ’l baron soprano, E condotto era a sí malvagia sorte Ch’altro ristor non spera che la morte.
Era ancor bella nei tempi da noi descritti, e felice il mortale che n'era beato d'un sorriso, ma le sue guance eran pallide, le una volta folgoranti sue luci eran languide, ed ogni atto della vezzosa persona, portava l'impronta del tedio, e segnava le tempeste della travagliata anima sua.
Non egualmente serena si mostrava Albertina; ma la buona fata del Castèu aveva imparato nella lunga solitudine a padroneggiarsi, a non lasciar troppo scorgere le sue tristezze. Quando soffriva, soffriva dentro, e i sorrisi, come pallide viole alpine, le fiorivano timidamente sul labbro. Maurizio si ritirò nelle sue camere alla solita ora. Ebbe un sonno profondo, senza visioni, senza incubi.
O moribonde Stelle delle mie notti di bimbo ancora singhiozzo al sentirvi agonizzare, come pallide naufraghe, nell'acque scellerate del mio cuore!... Oh! non potrò soccorrerle mai, poichè tutte le mie Stelle son lontane, assai lontane dalle nostre labbra umane!... La voce della donna.
Allora la contessa Ginevra, la contessa Maria e il dottore si consultarono con un'occhiata osservando la fanciulla, della quale la voce tradiva lo sforzo di una angoscia repressa. Che cosa le era accaduto? In pochi giorni il suo aspetto era mutato, la voce le si era arrochita, mentre improvvisi rossori le passavano sulle guance pallide, e il suo accento scorato diventava anche più impressionante.
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