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Aggiornato: 3 maggio 2025
E via più che giammai con la man forte Egli il contorce, e con più studio il tende; Seco è Megera, e da le chiome attorte Una disvelle de le serpi orrende, E perchè deggia far piaga di morte Molto di tosco in su la punta spende Del ferro, e ferma ne l'arciero il guardo, Menando smanie, ch'a scoccar sia tardo.
Mentre in tal guisa di percosse orrende Cadeano Turchi e Rodïani insieme, Su quell'orrido strazio il volo stende Megera atroce, e riguardandol freme. Ne l'ira acerba, che vostri odii accende, O de l'antico Adam mal nato seme, Cadete a morte; e col nostro odio indegno Saziate alquanto l'infernal disdegno.
Cotal moveano, e con sembianze orrende Ciascun per gli occhi sfavillava d'ira; Ma dal gran seggio, ove immortai risplende Il sempiterno Creator sel mira, Nè pria col cenno a comandarlo prende, Che il turbo inferno più qu
Nel claustro, nella chiesa, nella piazzetta che le si stende dinanzi, nelle stradicciuole che le girano intorno, spira come un'aura di pace melanconica, che nello stesso punto alletta e rattrista, come il giardino di un Camposanto. Un gruppo di orrende vecchie barbute custodisce la porta.
Ed io rispondo che Matteo scrittore faceva in quell'etá commedie orrende, e che mettea le dame, traditore piú che le putte, ove il buon vin si vende; onde Marfisa il costume apparava, e a tempo e luogo poi l'adoperava. Una commedia avea Matteo formata, detta La buona moglie, e posta in scena, dove una dama finta spasimata d'un mercante vedeasi, molto amena.
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