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Aggiornato: 4 giugno 2025


GHERARDO. Fa' adunque, Virginio, se desideri in questa cosa farmi piacere, come hai detto, che quanto piú presto sia possibile si faccino queste benedette nozze; e cavami una volta di cosí intrigato laberinto nel quale non so come disavedutamente son corso. E ben cognosci tu che ormai niun di noi è piú erba di marzo, ma ben di maggio e forse... E quanto piú si va in piú si perde tempo.

Rompo con forza decisiva l'atmosfera di finezze diplomatiche. Vivo successo di declamatore. La conversazione è orientata ormai sulle demolizioni utilissime compiute dal movimento futurista e sulla rivoluzione pittorica creata da noi in tutto il mondo col predominio lirico, plastico del genio nostro. Altri invitati sopravvenuti raccontano le leggendarie cazzottature del teatro Costanzi, le burrascose esposizioni futuriste a New York a S. Francisco. Un attaché a l'ambasciata Cinese spiega l'influenza decisiva del pittore Boccioni sull'arte dell'estremo oriente. Si parla molto di una grande festa che il conte Primoli dar

E' tardi per perfezionare. L'offensiva è ormai cotta a puntino, bisogna servirla in tavola. Sono convinto che è imminente. Macchè, macchè! gridano tutti, sei un illuso. Preparati a rimanere tutto l'inverno in questa palude.

Rimontiamo. Sulla terrazza sotto i trilli gioiosi delle prime stelle fra gli immensi ventagli freschi dell'Astico sicuro ritmato come il sangue d'un uomo forte, il maggiore Sannia dice: Dato lo stato dei due eserciti è ormai sicuro che il primo dei due che oser

Cosimo fu in quella circostanza misurato e cortese; sorvolò sul passato, venendo tosto a rincalzare con le sue argomentazioni i propositi di Aloise. Ed egli, che per la condizione poteva parlare più liberamente del suo giovine amico, che ormai considerava come figlio ed erede, costrinse il vecchio a fare un testamento da galantuomo.

Rogiero, per le cose proferite dall'oste ormai rassegnato di trangugiare un mal pasto, senza più badargli s'indirizzò verso una camera dalla quale usciva rumore confuso di gente, che parli insieme a gola spiegata.

Al volante, Menghini! Guardo energicamente negli occhi bagnati di lacrime dei miei soldati. Hanno capito. Hanno capito. Poi ammonisco rudemente il mio cuore: «Hai avuto ragione di piangere, cuore mio, ma ormai sei inzuppato di lagrime come un fazzoletto d'addio. Basta! Non piangere più! Oggi è giorno di guerra! Abbiamo vinto, bisogna stravincere! Hai abbastanza subìto l'incantesimo sonoro. Non sono campane! Strappate dai campanili, sotterrate con furia gelosa, esse rinascano mutate! Sono i bronzi melodiosi del genio Italiano che non poteva subire manipolazione straniera. Conservarono sotterra il timbro profondo e l'ampia virtù suggestiva. E' il genio della nostra razza che risuona ancora intorno a noi. E' la forza creatrice italiana colla sua commovente elasticit

Il dottore vuole che si rispetti il turno... La signora contessa era l'ultima arrivata. È vero balbettò la Teresa, e ormai parlava in italiano. Non era giusto ch'io passassi avanti.

Alle nostre spalle frana una valanga di echi appassionatissimi. Li distinguo tutti: ovoidali, sferici, serpentini, piramidali, cubici, stracciati, tutti accalcati nella furia goliardica di partecipare alla battaglia. Risse, corse, fughe, salti, capitomboli e coiti forsennati di rumori. Ormai gli echi si sono fatti esperti, attentissimi, tutti al loro posto come vedette.

Aveva ragione Francesco Kloss: Era ormai tempo di finirla colle chiacchiere, colle esagerazioni!

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