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Aggiornato: 10 giugno 2025


Lo farei fuggire, ancor che fusse Marte: sappi che son nato dentro le miniere di ferro, nodrito fra gli acciai; il mio cuor ebbe mai altro oggetto che infringere, ingoiare e smaltir gli uomini e i cavalli, armati di metalli e di bronzo. TRINCA. Quando Gulone ha fame, è bravo, è un mezo Orlando.

Menò la spada a un tempo Sansonetto; e del baston più di duo braccia afferra con valor tal, che tutto il taglia netto. Brandimarte ch'addosso se gli serra, gli cinge i fianchi, quanto può, con ambe le braccia, e Astolfo il piglia ne le gambe. 50 Scuotesi Orlando, e lungi dieci passi da l'Inglese fe' cader riverso: non fa però che Brandimarte il lassi, che con più forza l'ha preso a traverso.

Oggi si recita la bella storia di Angelica e Medoro, ovvero Orlando furioso e li Paladini. Si leva la tela e compaiono i burattini.

Cortesemente Orlando la consola; e quindi, poi ch'uscì con la ghirlanda di rose adorna e di purpurea stola la bianca Aurora al solito camino, partì con Isabella il paladino.

55 Se fosse stata a quell'ostel d'Atlante, veduto con Gradasso andare errando l'avrebbe, con Ruggier, con Bradamante, e con Ferraù prima e con Orlando; ma poi che cacciò Astolfo il negromante col suono del corno orribile e mirando, Brandimarte tornò verso Parigi: ma non sapea gi

Ne l'una man la spada tien sospesa, mette l'altra alla briglia ricca e bella. Gradasso vede Orlando, e non gli pesa, ch'a lui ne viene, e per nome l'appella. Ad esso e a Brandimarte e all'altro spera far parer notte, e che non sia ancor sera.

60 E corse senza indugio ad abbracciarlo, dispiccar se gli sapea dal collo. Rinaldo, Orlando, e di lor prima Carlo di qua e di l

Così chi ne le mine il ferro adopra, la terra, ovunque si fa via, suspende, che subita ruina non lo cuopra, mentre malcauto al suo lavoro intende. Da un amo all'altro l'ancora è tanto alta, che non v'arriva Orlando, se non salta.

101 Il merigge facea grato l'orezzo al duro armento ed al pastore ignudo; che Orlando sentia alcun ribrezzo, che la corazza avea, l'elmo e lo scudo. Quivi egli entrò per riposarvi in mezzo; e v'ebbe travaglioso albergo e crudo, e più che dir si possa empio soggiorno, quell'infelice e sfortunato giorno.

O sommo Dio, fammi sentir cordoglio prima d'ogn'altro, che di questo danno. Se questo è ver, con le mie man mi toglio la vita, e l'alma disperata danno. Così, piangendo forte e sospirando, seco dicea l'addolorato Orlando.

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