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Aggiornato: 27 giugno 2025
Non era di "buon genere" sparlare di lei: credettero tutti invece alla Casalbara, quando essa raccontò che la contessa di Schönfeld apparteneva a una buonissima famiglia ungherese, ma che i rovesci di fortuna le avevano dato un po' alla testa, e ormai, pur troppo, non era più possibile riceverla. Pure quella leggera nube, subito svanita, fu il primo, il sinistro annunzio della burrasca.
E s’accese ne l’alma il sognatore, E ti serrò nel laccio d’un amore Geloso e vïolento: Tu lietamente lo seguisti sposa, Come la nube va tinta di rosa Ove la porta il vento. E poi ti nacque un bimbo.
Quivi e` la rosa in che 'l verbo divino carne si fece; quivi son li gigli al cui odor si prese il buon cammino>>. Cosi` Beatrice; e io, che a' suoi consigli tutto era pronto, ancora mi rendei a la battaglia de' debili cigli. Come a raggio di sol che puro mei per fratta nube, gia` prato di fiori vider, coverti d'ombra, li occhi miei;
Il primo lievissimo velo di nube che costei aveva visto salire sul sereno orizzonte della sua felicit
E perciò in odio avrò sempre quei boschi che torrammi il veder del sacro volto, e i chiari raggi dell'almo mio sole che fean sgombrar le nube e fuggir l'ombra, e me sola gioir nel chiaro vampo qual salamandra nel più ardente fuoco.
Frattanto il volto di Selvaggia, vinta la nube che lo aveva per poco offuscato, s’animava di tal contento che co’ detti e co’ modi godeva quasi di farne partecipi quanti le eran vicini. Chi ne conosceva il carattere non poteva dire che ciò nascesse da ambizione. Era un impulso abituale della sua indole; impulso, quasi che inconsapevole, d’ingentilirsi e d’ingentilire. Qualit
I vestiti più bene offrivano i sigari a quelli che non avevano da fumare. In pochi minuti eravamo tutti in una nube, l'uno non vedeva il naso dell'altro. Il fumo purgava il camerotto che alle volte puzzava come una latrina. Verso le dieci o le undici ore eravamo stufi, stufi, più che stufi. Non si sapeva niente, nè se ci si lasciava andare, nè se ci si mandava in qualche luogo.
Se un dubbio lo pungeva che altri potesse torgli la donna ch'egli amava, insidiargli il possesso di lei, quell'uomo robusto, indomito, di sbrigliate passioni, si sentiva rimescolare il sangue, gli pareva che una nube rossastra gli oscillasse dinanzi agli occhi, il cuore gli dava che sarebbe stato capace di tutto, anche di un delitto e di più che un delitto.
Una nube le oscurò la fronte, ed ella vi passò una mano tremante: l'altro invece aveva abbassato la testa per guardare l'orologio. Poco dopo intese un lungo guaito infantile dal pianerottolo, sul quale dava senza dubbio un altro appartamento. Era un pianto di creaturina spaventata e disperata, che scoppiava in impeti violenti come se qualcuno tentasse di soffocarle tratto tratto i singhiozzi.
Nicolosina stette un momento sovra pensieri. Le sovvenne del colloquio avuto poc'anzi lassù, nella torre dell'Alfiere, e una nube di tristezza scese ad offuscarle lo spirito. Ma ella era donna di sensi gagliardi e si riebbe tosto di quello sgomento. Dopo tutto, che avrebbe mai osato Giacomo Pico? E non avrebbe ella saputo custodire la sua felicit
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