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Una voce di poeta che amammo giovani e che lamentavamo muta da lungo tra le nostre file, la voce di Vittore Hugo, s'è riscossa al grido di Roma, della citt

Due altri stavano nel fondo del gabinetto in rispettosa e muta attenzione. Era uno il cappellano della casa, pretazzuolo di mezzana statura, aspro e cachetico all'aspetto, magro e angoloso della persona; il suo volto col tarlo del vaiuolo pareva indizio del tarlo del malumore che dentro il rodeva.

Quella scena continuò così muta per qualche tempo. Alla fine si alzò la contessa Giulia, che dei tre non era gi

Non domandarmi perchè son venuta. Lascia ch’io sieda qui, presso il tuo letto. Sei stanca, è vero?... Ti fa male il petto. Oh, non celarti fra le coltri, muta!... Dio mi donò le mie piccole mani perchè soavi fossero ai dolenti: perchè con gesti di blandizia, lenti, molcesser l’ansie degli spasmi vani.

Fuori, Lucia, dopo alcuni passi si arrestò di stianto. Il signor Svarzi le si era messo di fianco e camminava di pari passo con lei. La voleva accompagnare; a lasciarlo fare, l'avrebbe seguila. «Sfacciato... antipatico! mormorò in petto la fanciulla, guardandolo negli occhi con muta interrogazione, atteggiando la bocca a disprezzo e disdegno.

Ma ora, la mattina e la sera, quando la pettino, non parla più. Prima, mi ricordo, canterellava dentro i capelli, come in una gabbia di vinco bruno. Ora sta tutta muta, sotto; e pensa, e rimùgina. Anche quando qualche volta mi par di farle male col pettine fitto, non si risente.

Per molti anni egli tenne celato questo amore, contentandosi di muta adorazione e della proferta di uffici che la damigella non accettava mica con fierezza. Ella sembrava anzi incoraggiare l'ardimento nel giovane di qualche occhiata carezzevole, che era quanto dire in una corte di santi, dove l'amore veniva considerato come peccato. Dopo l'avventura dell'imperatore, Goccelino si fe' più ardito.

Raccoglie le pesanti ombre la sera Sovra il giaciglio dove il bimbo posa. Preme nel sonno una tristezza fiera La bocca dolorosa. Soavissima e cara un venìa D’una madre la voce a questa cuna, E, qual canto d’amor, lenta salìa, Trillando, a l’aura bruna; Ed aleggiando per le chete stanze, De la notte fra l’alte ombre perduta, Di sorrisi parlava e di speranze.... Or quella voce è muta.

O Vivïana May de Penuele, or vi sovviene de 'l lontan mattino? Voi sceglieste le rose ne 'l giardino ove un tempo convenne Rafaele, muta, con lento gesto, a capo chino. Non vidi allor la Primavera iddia? Disser la vostra lode a me li uccelli; fiori parvero nascer da' capelli, come ne la divina Allegoria cui pinse in terra Sandro Botticelli.

Chiara di sangue una compagna sola Eleggo taciturna a mio conforto; Dassi de' remi in acqua, il legno vola, Giungo di Rodi lietamente in porto; Quì d'Alfange dimando, altra parola Misera non udii, salvo egli è morto; Ah fossi stata sorda e stata muta, O sommersa nel mar pria che venuta.